In principio fu il tabacco… l’agricoltura ci ha infatti sempre fornito prodotti, principalmente alimentari, o che in fase di trasformazione davano cibi, bevande, estratti officinali e medicamentosi, ma mai, prima del tabacco, di cui inalare il fumo, frutto della “combustione” diretta nel momento del consumo. Già, perchè il fumo entrava, già da prima del tabacco, nel consumo umano, ma indirettamente, come conservante nei prodotti affumicati.
Nel caso del sigaro però, abbiamo una combustione diretta, che ci lascia un residuo visibile: la cenere. Questa componente residuale del tabacco, ci può dare alcune indicazioni sulla fumata e sulla qualità del sigaro.
Che cos’è la cenere?
Dobbiamo anzitutto definire che cosa è la cenere. Durante la sua vita, la pianta di tabacco assorbe una serie di elementi nutritivi inorganici dal terreno, li utilizza a diversi livelli nel suo metabolismo, ed in parte li fissa nelle cellule vegetali, costituite anche da sostanza organica, prodotta grazie alla fotosintesi. Durante la combustione avviene il processo inverso, la sostanza organica viene demolita, e restano nella cenere parte delle sostanze inorganiche presenti nella foglia. La cenere è quindi una miscela variabile di composti minerali, grossomodo distribuiti come riportato nel seguente grafico:
Da cosa dipende il colore della cenere? Ci sono due aspetti di cui tenere conto:
- Composizione chimica del terreno (influenzata in parte anche dalle concimazioni). Terreni ricchi in magnesio generano ceneri più chiare tendenti al bianco, mentre terreni ricchi in potassio danno ceneri più scure. Il rapporto tra i due elementi è altresì molto importante, è noto infatti che eccessi di magnesio rendano il potassio meno disponibile, anche se presente nel terreno, e vice versa. Un rapporto ottimale potassio/magnesio è di 3,5 il range tollerabile è tra 2 e 5, fuori da questi parametri le piante cominciano a manifestare sintomi di carenza di uno dei due elementi.
- Cura prestata in fase di lavorazione del tabacco. Un tabacco da fascia mal fermentato, o scarsamente invecchiato può altresì conferire alla cenere un colore poco uniforme, tendente allo scuro, lungo il profilo del sigaro, solitamente la scarsa qualità di lavorazione della capa si manifesta anche con uno spessore dell’anello scuro sotto la cenere più spesso rispetto a quello di capas adeguatamente lavorate.
La colorazione della cenere non è di per se un segno di qualità, o quantomeno, può aiutare a giudicare certi aspetti, ma solo in concomitanza di altri fattori visibili durante la fumata.
La consistenza della cenere.
A differenza del precedente, questo aspetto è correlato alla costruzione del sigaro, e alla sua regolarità di combustione. La cenere risulta più compatta nei long filler, e meno nei sigari ripieni di trinciato. Questa è una caratteristica intrinseca, tuttavia un sigaro mal rollato con dei vuoti o dei nodi all’interno, o un sigaro che brucia male per colpa di un errato posizionamento delle foglie di tripa, o per colpa del fumatore che fuma rapidamente, o che ha conservato in maniera errata, presenta una cenere mediamente più friabile rispetto ad un sigaro ben costruito, ben conservato e ben fumato.
La forma della cenere (o del braciere).
Anche questo aspetto ci dice molto sulla costruzione di un sigaro, ed in particolare sulla disposizione delle foglie al suo interno, da parte del torcedor (o del bonchero, se ci riferiamo all’ambiente extracubano), ma anche in sigari di tradizione toscana ha una sua influenza.
- Un braciere inclinato (vedere la prima delle immagini in serie di seguito) indica un cattivo posizionamento del ligero, che è stato messo a lato del cannone anzichè al centro.
- La formazione di un cratere (seconda immagine) è invece sintomo di una completa inversione delle foglie all’interno (ligero messo all’esterno, volado (o seco per i paesi extracubani) al centro).
- Un cosddetto “cratere conico” terza immagine, indica l’inversione tra seco (o viso) e volado (o seco).
- Infine un braciere appuntito (quinta immagine), con la punta centrata rispetto al cannone è sintomo di buona costruzione.
- Il braciere piatto (quarta immagine) invece è tipico dei sigari a tripa corta, oppure di sigari con ripieno costituito da un solo tipo di foglia.
La cenere va lasciata sul braciere?
Gli aficionados di lungo corso preferiscono mantenere la cenere sul braciere, almeno finchè non c’è il rischio che cada sui vestiti. Questa prassi è in realtà molto azzeccata, anche dal punto di vista tecnico, in virtù della gestione della combustione. la cenere infatti “filtra” l’aria che entra nel sigaro, riducendo la velocità di ingresso dell’ossigeno, e mantenendo quindi più uniforme e a temperatura più bassa la zona incandescente, con vantaggi tangibili dal punto di vista della regolarità di fumata e di stabilità organolettica.
Un braciere scoperto, infatti, sarà soggetto a un maggior flusso di ossigeno, di provenienza irregolare, uno strato di cenere, invece, direziona il flusso d’aria più regolarmente e ne riduce un po’ l’intensità anche in caso di fumata distratta.
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