I segreti del lento fumo
Il cont down è cominciato…
Il cont down è cominciato, qui, a volte senza saperlo, ci si gioca la buona riuscita di una gara, si accende il primo fiammifero, un minuto può essere lungo un’eternità o come un battito di ciglia, si punta il fiammifero con la capocchia verso il basso per lasciare che la fiamma si allarghi circa quanto il fornello, si passa velocemente sul tabacco tirando un poco per scottare bene tutta la superficie, poi si butta il fiammifero e si pigia leggermente con il pigino per ripareggiare la superficie. Non importa se in questo momento si spegne, si prende il secondo fiammifero e si mette subito in verticale sul fornello, due tiratine per accendere nel mezzo, una brace grande come una lenticchia, non serve di più, si butta il fiammifero quando si è certi che abbia preso, e poi si parte.
Questa prima fase è molto delicata, chi partecipa alle gare avrà notato una certa moria attorno alla prima mezz’ora, un motivo c’è. Il tabacco non è ancora in condizione ottimale, dipende da tabacco a tabacco ma la pipa va in crociera generalmente attorno alla mezz’ora/quaranta minuti. In questa prima fase la brace va gestita con cautela, mantenuta in dimensione adeguata, non piccolissima perché il tabacco deve ancora sistemarsi. Con lo spigolo del pigino cerchiamo di portare lentamente il tabacco dai bordi fino accanto, o sopra, la brace. Un leggero colpo di pigino per farlo innescare e poi un respiro, sempre con estrema calma. Le boccate è meglio farle molto corte, non serve tirare molto sennò si rischia di affossare la brace, certo, poi la si può sempre recuperare ma bruciando e consumando molto, meglio aver pazienza, il tabacco nella pipa è ancora poco pressato, e ancora molto alto per sfruttare l’effetto camino.
Col il piatto del pigino ed un movimento rotatorio cerchiamo di spostare la cenere per favorire il respiro autonomo della brace e poter continuare a portare al centro il tabacco da bruciare. Per il momento la cenere non rappresenta un grosso problema, la parte più leggera ed impalpabile già comincia a filtrare nel tabacco sottostante, ci penseremo poi, quando saremo leggermente più bassi. I minuti passano e abbiamo ormai manovrato tutta la superficie del fornello facendola bruciare a turno.
Ora fate una considerazione; per bruciare tutto il tabacco superficiale avete impiegato alcuni minuti, possono essere 10/15, avete la brace sotto controllo e non moltissima cenere. Con l’accensione classica a tutto braciere avreste bruciato tutta la superficie in 2 minuti, avreste una brace grande come un fagiolo e probabilmente fuori controllo e un sacco di cenere con cui fate i conti.
La superficie della brace che noi vediamo è un po’ come la punta di un Iceberg, quando tiriamo forte l’aria aspirata la fa scendere ed allargare la brace, quindi si tira piano, bisogna imparare a fumarla con un fil di fumo. Intanto sono passati i fatidici 10 minuti e si può bere. È ancora presto per pensare di togliere la cenere, bisogna aspettare.
La cenere, mescolata con il tabacco in superficie, rallenta la combustione, quella che si infila nella trama della carica invece assorbe parte dell’umidità che si crea nel passaggio del fumo, quindi non è male averne un po’, non troppa ma un po’.
Sono passati circa 20 minuti e si comincia a pensare a far risalire la cenere del fornello. Per farla risalire c’è solo un modo, soffiare delicatamente nel bocchino. Solitamente i primi esperimenti di soffiata sono disastrosi, non abbiamo la percezione di quanto e come si soffia e quindi è meglio farli con un cabaret da paste (vuoto) posto sul ripiano per accogliere cenere, tabacco, brace e quant’altro possa schizzare dalla pipa. Niente paura, poi ci si prende la mano. La miglior cosa sarebbe soffiare leggermente con il pigino appena inserito nel fornello, per evitare che esca la brace, poi con il tempo si impara a dosare l’aria e l’accorgimento diventa superfluo. Personalmente se sono alto di tabacco nel fornello, adotto la tecnica del “pesce”: tenendo fissa la pipa al labbro superiore apro e chiudo la bocca, il solo movimento genera la fuoriuscita dell’aria dal bocchino verso il fornello della pipa favorendo la risalita della cenere. Quando si parla di cenere bisogna fare un distinguo, nel fornello spesso notiamo “navigare” un piccolo strato scollato di materiale fine e scuro, quello non è cenere, non va tolto, è tabacco semicarbonizzato macinato dalla rotazione del pigino, quello va bruciato, la cenere è grigiastra, fine e quasi impalpabile, e quella va tolta. Fino a che non è grigiastra la polvere può ancora bruciare, attenzione che prede molto facilmente e velocemente, quindi tirare sempre con delicatezza. Lo scollamento, invece, e pericoloso perché il tabacco sotto è in pezzi che ancora non hanno preso il primo fuoco e quindi più difficili da bruciare, bisognerà controllare bene la brace e quando lo strato “semovente” è quasi completamente consumato aumentare leggermente la brace per favorire l’attecchimento.
Ormai 40 minuti sono trascorsi e la pipa va in crociera, il tabacco si è asciugato, si è leggermente compattato, con il pigino giriamo e maciniamo il carburante e ogni tanto diamo un soffietto per far risalire la brace, un quarto di carica se ne è quasi andato e, quando tiriamo un po’ la brace reagisce velocemente. Normalmente questo stato di grazia – se riusciamo a gestirlo – dura fino a circa l’ultimo quarto.
In questa fase i problemi più grossi che potrebbero rovinarci la gara sono 3,
1: la brace si inabissa
2: la cenere soffoca la brace
3: si forma un tappo che ci impedisce di proseguire correttamente la nostra gara.
E adesso vediamo come si può provare a porre rimedio…
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