Sottili e “anonimi”, ma assolutamente indispensabili
Tra gli accessori da fumo sono forse i più “umili”, quelli meno “sensibili” (anzi, assolutamente estranei) alle mode e alle tendenze: ma di sicuro sono tra quelli che hanno superato ogni crisi, rimanendo assolutamente indispensabili per i tanti amanti della pipa.
Parliamo degli scovolini, quei sottili tubolari di non più di 16 cm. di lunghezza, fatti di un’anima metallica o plastica avvolta da fibre di cotone e frammenti di nylon che servono per la gestione dell’umidità che si crea durante la fumata, nonché per la pulizia, ordinaria e straordinaria, della pipa stessa. Talmente importanti, che il loro corretto utilizzo garantisce una fumata di buona qualità e favorisce la
corretta manutenzione della pipa.
Così come per gli accendini, i bocchini, le tabacchiere, anche per gli scovolini siamo in presenza di una vera e propria “letteratura”. Ne esistono di tre diversi tipi che si distinguono per il rivestimento (assorbente, in solo cotone, abrasivo, in fibre di cotone e nylon alternati fra di loro, misto, ossia per metà abrasivo per metà assorbente) e si presentano in due forme, regolare (diametro fisso per tutta la lunghezza) e conica (un’estremità di diametro maggiore rispetto l’altra).
Non solo. Il vero esperto del “lento fumo” distingue l’uso dello scovolino in ordinario e straordinario. E se si parla di pulizia ordinaria,
una cosa è quella durante la fumata, un’altra quella dopo la fumata.
Nel primo caso, non è raro il fenomeno che crea dell’umidità fra il foro del fornello e il cannello, fenomeno che altera il sapore del tabacco. In tal caso occorre l’impiego di uno scovolino assorbente: con pipa montata, si inserisce lo scovolino dal foro del bocchino e si arriva fino al punto di giunzione fra fornello e cannello. Si lascia per qualche secondo e poi si estrae. Ben più complessa l’operazione del dopo fumata. Una volta raffreddata la pipa e svuotato il fornello, si flette ad “U” uno scovolino abrasivo e lo si inserito nel fornello: procedendo con un movimento rotatorio si eliminano i residui di cenere e le particelle residue di tabacco incombusto. Per la pulizia del cannello, in funzione del grado di sporcizia si può ricorrere all’uso di un assorbente (regolare o conico) o di un abrasivo (regolare o conico) o di un misto con il quale assorbire l’umidità residua e liberare il foro localizzato fra fornello e cannello da eventuali particelle di cenere e tabacco.
Infine, la pulizia straordinaria che quasi sempre interessa la condensa
creata nel cannello nell’arco del tempo. In questo caso, si piega in due uno scovolino abrasivo, si inseriscono le estremità nel cannello e si esegue un movimento rotatorio lungo l’asse longitudinale. Si possono usare anche dei solventi di catrame e di nicotina, bagnando una parte di scovolino. Stessa cosa per il bocchino ma scovolino dritto e, preferibilmente, assorbente.
Qualità
Prima di entrare nel vivo del discorso riguardante l’utilizzo degli scovolini, ritengo opportuno soffermarci sulla loro qualità. Per scovolino buono s’intende quello che si flette ma non si piega (anima in acciaio) e non lascia dei residui di cotone durante il suo passaggio. Nel primo caso possiamo usarli anche con le pipe curve durante la fumata e nel secondo non rischiamo ad aspirarli mentre fumiamo.
Buona fumata!
Fonte: Tutto Tabacco