È notizia di questi giorni: la Compagnia Toscana Sigari ha annunciato l’arrivo di un nuovo sigaro, fatto a mano long filler. Il Tornabuoni Cospaia.
Codice AAMS: 19360
Confezione: scatola da 2 sigari
Prezzo al pubblico: € 10
C’era un volta, nell’Italia centrale, una piccola Repubblica anarchica.
Non vi erano carceri, non aveva esercito né organi di potere e la libertà dei suoi abitanti era sancita da un’unica norma scritta: Perpetua et Firma Libertas.
La Repubblica di Cospaia, questo il nome dello staterello, sorse nel 1441 dopo il Concilio di Basilea: il trattato tra papa Eugenio IV e i Medici di Firenze prevedeva la cessione del territorio di Sansepolcro come pegno per la restituzione di un’importante somma di denaro, prestata dai fiorentini. Ognuna delle due parti istituì una commissione di tecnici per delineare i confini del territorio, ma non vi fu alcun coordinamento reciproco né furono fatte verifiche sul posto.
Un piccolo borgo collinare era però circondato da due ruscelli con lo stesso nome, Rio, e ciascuna commissione prese a riferimento quello più vicino al proprio confine: ecco che il territorio di Cospaia, circa tre chilometri quadrati popolati da poche centinaia di persone, divenne terra di nessuno e priva di giurisdizioni statali o padroni cui sottomettersi.
I due stati confinanti si resero ben conto dell’errore commesso, ma non rimediarono per diversi buoni motivi: in primis, avrebbero dovuto correggere il trattato, con tutti i rischi del caso; inoltre, i cospaiesi avevano trasformato in tutta fretta il loro borgo in un centro finanziario completamente libero da gabelle, tasse o dazi presso cui avevano già preso dimora molti banchieri dell’epoca.
Ognuna delle circa cento famiglie residenti si era creata così una rendita di posizione privilegiata, anche solo per il possesso di terreni e case liberi da tasse che potevano essere affittati a caro prezzo.
Infine, una zona cuscinetto era utile anche ai due stati confinanti per condurre scambi e attività malvisti all’interno dei loro territori, vietati dalla legge o pesantemente tassati.
A Cospaia, la sovranità apparteneva al popolo in senso letterale visto che non vi erano organi di governo, ma solo un Consiglio degli Anziani e dei Capi Famiglia che deteneva il potere esecutivo e aveva la funzione di dirimere le controversie. Fino al 1718, questo Consiglio si riunì a casa della famiglia Valenti, la più influente del paese, ma in seguito si spostò nella chiesa dell’Annunziata che, dal 1613, era sede anche dell’omonima confraternita.
Proprio sull’architrave che sovrasta l’ingresso della chiesa si può ancora leggere il motto “Perpetua et firma libertas”. A capo del Consiglio c’erano il curato di San Lorenzo, che fungeva da trait d’union con la comunità di San Giustino (punto di appoggio per la macinatura del grano o le cure mediche), e un membro della famiglia Valenti.
La bandiera della Repubblica recava un campo nero e uno bianco, divisi in diagonale, sui quali era raffigurato il Borgo tra i due fiumiciattoli, sovrastato dal motto, con due pesci sulla destra e una pianta di tabacco sulla sinistra. Proprio la tabacchicoltura divenne la più importante fonte di sostentamento degli abitanti di Cospaia a partire dal 1574, anno in cui Alfonso Tornabuoni, vescovo di Sansepolcro, ricevette dal nipote Niccolò dei semi di tabacco provenienti dal nuovo mondo. Dall’orto ecclesiale, ove furono messi a dimora, e la Repubblica c’erano pochi chilometri e a Cospaia, ben presto, si cominciò a coltivare l’Erba Tornabuona, così chiamata in onore di Niccolò. Le fonti non ci dicono di quali varietà si trattasse, ma si ricavava tabacco da fiuto e, solo più tardi, da fumo.
La tabacchicoltura fiorì a partire dal 1642, anno in cui papa Urbano VIII arrivò persino a scomunicare i fumatori, e divenne particolarmente redditizia per poi crescere ulteriormente di importanza nel 1724, quando papa Benedetto XIII ne tassò la coltivazione.
La Repubblica sopravvisse fino al 1826, anno in cui, con un atto di libera sottomissione dei suoi abitanti, il territorio fu annesso allo Stato della Chiesa: ogni cospaiese ricevette un “papetto”, una moneta d’argento raffigurante papa Leone XII, a titolo di risarcimento.
Tuttavia, tra le clausole dell’annessione figurava anche il permesso di continuare la coltivazione del tabacco che, infatti, crebbe ancora grazie agli investimenti delle famiglie Collacchioni e Giovagnoli, le quali acquistarono gran parte del territorio e la estesero a tutta l’alta Valtiberina. Proprio nell’Ottocento si iniziò a coltivare nella zona il tabacco Kentucky, proveniente dall’omonimo stato nordamericano: la storia della piccola Repubblica di Cospaia terminò così, dopo quasi quattrocento anni, ma l’epopea del sigaro toscano era appena cominciata.