“Tabacco” è il nome che designa, in tutte le lingue del mondo, con lievi varianti grafiche e fonetiche, il prodotto vegetale di uso voluttuario più universalmente noto e desiderato.
Lo stesso termine designa anche la pianta da cui tal prodotto si ricava: originaria dell’America centro-meridionale e coltivata da tempo immemorabile, dopo la scoperta dell’America questa pianta si è diffusa rapidamente in ogni luogo in cui sussistessero le condizioni climatiche e ambientali adatte alla sua coltivazione, ossia in paesi caldi o temperati e sufficientemente umidi. Come tutti sanno, i prodotti nelle varie parti del mondo e le piante che vi si coltivano sono assai diversi ed esistono innumerevoli qualità di tabacco che si prestano a molteplici usi, voluttuari, industriali e medicinali: il consumo che ne fanno i popoli della terra, o anche le varie categorie di persone presso un medesimo popolo, è poi piuttosto variegato.
Le parti della pianta che vengono utilizzate sono le foglie, le quali, dopo lunghe preparazioni tecniche e manipolazioni, diventano adatte per essere fumate: il tabacco da fumo è oggi la più importante categoria di prodotto data dalla pianta, ma, oltre a questo, la foglia serve alla preparazione di polvere da fiutare e di tavolette da masticare. Questi prodotti senza fumo, sebbene oggi siano molto meno diffusi di quelli di un tempo, sono ancora in uso presso molti popoli. Le foglie, poi, si distinguono in molte tipologie e qualità, a seconda delle piante da cui provengono, del terroir e della cura cui sono sottoposte.
Tutte le varietá discendono da due specie principali del genere che Linneo denominò Nicotiana: la Nicotiana Tabacum, la specie che fornisce il comune tabacco da fumo, detto anche tabacco della Virginia, e la Nicotiana Rustica, o tabacco degli aztechi, specie già nota e largamente utilizzata dai popoli precolombiani. Tuttavia, sotto il nome di tabacco vanno pure indicate altre specie di Nicotiana, le quali forniscono foglie utilizzate generalmente solo nelle rispettive regioni di origine e il cui prodotto è spesso contraddistinto dal nome della regione stessa. Sono tali ad esempio le specie: N. attenuata dell’America nord occidentale, da cui gli indios ricavavano il cosiddetto tabacco coyote, una sorta di polvere da fiuto a forte potere narcotico; la N. tomentosa è una delle specie legnose, originaria del Perù, detta localmente tabacco gigante; N. trigonophylla, pure dell’America nord-occidentale chiamato tabacco del deserto; N.glauca, anch’essa legnosa, originaria dell’Argentina; N. bigelovii o tabacco indiano. I prodotti di tutte queste piante, ben poco usati fuori dalla patria di origine, hanno in comune con quelli di N. tabacum soltanto una generica affinità chimico-fisica, consistente soprattutto nella natura degli alcaloidi contenuti.
Il botanico George Don fu il primo a dare una classificazione del genere Nicotiana, nel 1838. Questi, basandosi sulla forma e il colore della corolla, raggruppò le diverse Nicotiane conosciute in quattro sezioni: Tabacum, Rustica, Petunioides e Polydiclia.
In seguito, alla fine dell’Ottocento, il prof. Orazio Comes studiò largamente la sistemazione botanica dei tabacchi e propose, nella sua pregevole Monografia del genere Nicotiana, un ordinamento più scientifico e completo delle diverse specie e varietà, pur conservando le quattro sezioni del Don. Comes, basandosi sulle differenze morfologiche delle foglie e dei lobi corollini, assegnò alla specie Nicotiana Tabacum, sei varietà tipiche originarie: Fruticosa, Lancifolia, Virginica, Brasiliensis, Havanensis e Macrophylla. Tuttavia, queste varietà tipiche non sono mai state riscontrate allo stato selvatico, neppure nei primi tempi che seguirono la scoperta dell’America: secondo le sue ricerche, tutte le varietá riferibili alla specie Nicotiana Tabacum, ovunque coltivate, sarebbero prodotti d’incrocio naturale o artificiale di due o più varietà tipiche originarie.
Dopo la monografia di Comes, diversi altri autori hanno pubblicato lavori di sistematica del tabacco basati non solo sullo studio morfologico, ma anche su studi di citogenetica e cariosistematica. Tra questi, ricordiamo i lavori di Kostoff e Goodspeed. Seppur criticata da diverse parti, la classificazione di Comes ha permesso di definire e caratterizzare le varietá industriali del tabacco: inoltre, a partire da essa è stato possibile creare nuove varietà, selezionando e migliorando quelle esistenti.
In seguito, tuttavia, si è smesso di parlare di varietà tipiche originarie, in quanto si è compreso che il genere Nicotiana è soggetto a largo ibridismo, per cui molte delle sue specie derivano da incroci naturali di forme ataviche, aventi un insieme di caratteri riscontrabili qua e là nei discendenti. Tale interpretazione risulta rispondente agli studi sull’origine ibrida di N. Tabacum portati avanti da Kostoff, Goodspeed, East, Clausen e altri.
Grazie a numerosi esperimenti di ibridazione, negli anni Cinquanta, si è giunti a definire Nicotiana tabacum come il prodotto di incrocio tra Nicotiana Silvestris e Nicotiana Tomentosiformis. L’ibrido tra le due specie, entrambe con 2n=24 in alto grado sterile, è stato reincrociato con la Silvestris e, nella discendenza ottenuta da questo reincrocio, accanto a individui con diversi numeri di cromosomi, si ottennero due individui con 2n=36, cioè due genomi di Silvestris e uno di Tomentosiformis, riuniti. Mediante l’incrocio di queste piante con Tomentosiformis, si ottennero, insieme ad altri individui con altri numeri, nuovamente due piante con 2n=48, ossia due individui anfidiploidi, formati da due genomi di Silvestris e due di Tomentosiformis. Recenti studi di citogenetica condotti nel Regno Unito hanno infine confermato l’origine di N. Tabacum.
Dr. Eugenio Cozzolino
Agronomo abilitato, collaboratore tecnico presso il CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. Ha prestato servizio per circa 24 anni presso l’ex Istituto Sperimentale per il Tabacco di Scafati (SA). É coautore di oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche e divulgative nel settore delle colture industriali e ortive.
Bibliografia consultata
Lattanzi, A. – Le Nicoziane, 1957, Collana di pubblicazioni scientifiche ISST, serie speciale n°2. Roma
Rossi, U. – I Tabacchi Greggi Italiani, 1937, Ente Nazionale per il Tabacco.Roma
Cova, P. – Il Tabacco in Italia, 1953, Collana di pubblicazioni scientifiche ISST, serie speciale n°8 Roma