L’unica cosa certa sull’origine di Partagas è che il suo fondatore, Don Jaime Partagas, di origine spagnola, catalano di Arenys del Mar era giunto a Cuba alla fine degli anni ’30 (del’800, s’intende) ed aveva subito iniziato a produrre sigari in un “chinchalito” (un piccolo laboratorio) da lui rilevato con i pochi soldi di cui disponeva. Il successo fu però tale che nell’arco di pochi anni, nel 1845, Don Jaime aprì la “Real Fàbrica de Tabacos Partagas“. Non si trattava ovviamente della fabbrica che tutti conosciamo oggi, si trovava infatti in Calle Cristina 1, nella parte meridionale del Centro Habana. L’anno successivo registrò il marchio “Flor de Tabacos Partagas” e nel 1860, per necessità di maggiore spazio, trasferì l’attività in Calle de la Industria 158, in quello che a quei tempi si doveva considerare un grande stabilimento.
Don Jaime era un uomo d’affari molto intraprendente e scaltro e capì subito che per assicurarsi una costante fornitura di materia prima per la sua grande fabbrica era necessario aquistare delle piantagioni di tabacco nella regione Vuelta Abajo. Si trasformò così anche in coltivatore di grande abilità e competenza. Controllava personalmente tutti i procedimenti di semina, raccolta, selezione, fermentazione e invecchiamento delle foglie di tabacco, sperimentando sempre nuove tecniche sino a raggiungere un livello qualitativo tale da, portare Partagas ad affermarsi nel mondo come uno dei migliori marchi in assoluto di sigari cubani.
Secondo alcuni Don Jaime fu l’introduttore nelle galeras del “lector” che con le sue letture alleviava la monotonia del lavoro, ma che ciò sia vero o meno è poco importante.
All’apice della sua carriera, alcuni dicono nel 1864, altri parlano della notte del 17 giugno 1868, Don Jaime fu assassinato durante una visita alle sue piantagioni di Pinar del Rio per motivi ancora oscuri, forse per rancori con la famiglia Carbajal circa la proprietà contestata di una vega, forse per motivi di gelosia da parte di un rivale in amore, non si saprà mai.
Gli successe allora il figlio José Partagas che nel 1880 si associò ad un solido banchiere, Juan A. Bances, che era anche proprietario di diverse attività commerciali nonché agente a Cuba dei banchieri Rotschild di New York. Bances fece importanti investimenti nell’azienda e fu così che ai marchi già esistenti Flor de Tabacos Partagas, Balsamica e Clemencia si aggiunse La Flor de J.A. Bances. Nel 1899, per motivi sconosciuti, ma immaginabili, l’azienda passò di mano da Bances a Ramòn Cifuentes Lano (proprietario di una fabbrica e di un magazzino di sigari) e a José Fernandez che fondarono la “Cifuentes, Fernandez y Cia“.
Fu da quel momento che la famiglia Cifuentes entrò a far parte della storia del marchio Partagas e, come vedremo più avanti, nell’arco di qualche decennio ad assumere una posizione di indiscusso primato nel mondo del sigaro cubano legando il proprio nome indissolubilmente al mito dell’Habano.
In quel periodo furono molti i produttori che soffrirono di gravi problemi finanziari a causa dalla Seconda Guerra di Indipendenza (1895-1899) e della guerra ispano-americana. Inocencio Alvarez e Prudencio Rabell due anni dopo, cedettero Romeo y Julieta, La Corona fu venduta a Havana Cigar and Tobacco Company; la famiglia Carbajal (quella della controversia con Don Jaime) fu costretta a rinunciare, pochi anni dopo, allo storico Cabañas per gli stessi problemi.
Erano tempi difficili.
In quel periodo la fabbrica di Villar y Villar fu rilevata dalla Havana Commercial Company. Cifuentes, Fernandez y Cia acquistarono la vicina ex fabbrica in Calle de la Industria 174 e vi insediarono la fabbrica Partagas, dove si trova tutt’ora (con il trascorrere degli anni la città ha continuato a crescere e nuovi edifici si sono inseriti negli spazi disponibili portando l’attuale numero civico a 520 senza che la fabbrica si sia mai mossa di un metro. La società acquistò anche un edificio attiguo (al numero 172) dove avviò la produzione di sigarette.
Nel 1916 Cifuentes rilevò la quota societaria di Fernandez per passarla a Francisco Pego Pita, altro prestigioso industriale del settore. Venne così costituita la Cifuentes, Pego y Cia, una poderosa alleanza finanziaria e commerciale con risorse tali da poter rilevare o creare nuovi marchi commerciali, come: Caruncho, Corojo, El Camino Real, El Marqués de Caixas, Flor de Alma, Flor de Caruncho, Flor de F. Pego y Pita, Flor de P. Rabell, Flor de Tabacos, Gayarre, La Inmejorable, La Insuperable, La Intimidad, La Tropical, Marqués de Rabell, Mi Necha, Modelo de Cuba, Nada Màs, Osceola e Prudencio Rabell.
Nel 1927 Cifuentes, Pego y Cia rilevarono ancora due fabbriche molto importanti, una delle quali era nientemeno che la Allones Ltd. con i suoi marchi Ramon Allones, La Eminencia e Allones e Ramon Allones divenne in breve tempo il secondo marchio più importante di Partagas che continuava ad espandere le proprie attività. Nel 1936 fu poi acquistata da Menendez y Garcia la società Particulares S.A. con i relativi marchi Particulares e Byron e nel 1940 La Gloria Cubana e Bolivar di proprietà della J.F. Rochas Company. Ramon Cifuentes Lano morì, in Spagna, nel 1938 e il suo socio, Francisco Pego Pita, lo seguì di li a poco, il 13 Novembre 1940. L’anno successivo la morte di Francisco, la famiglia Pego lasciò la società, che rimase così totalmente controllata dai fratelli Ramon e Rafael Cifuentes prendendo il nome di Cifuentes y Cia. Ma Ramon era il vero artefice del sucesso grazie alla sua profonda conoscenza dell’attività sigaraia, dalla coltivazione al marketing. Colto, elegante, innamorato del propio lavoro, raffinato e garbato nei modi anche con l’ultimo dei suoi contadini, era stato a ragione sopranominato “il gentiluomo dei Partagas”.
Erano i tempi d’oro per il sigaro cubano e della vita habanera e Cifuentes non avrebbe mai pensato di doversene allontanare.
L’atmosfera era così unica a Cuba, così piena di vita che, anche quando Castro andò al potere nel ’59 gli risultava difficile credere che qualche cosa potesse davvero cambiare. Non fu purtroppo così e lo sappiamo bene. Cifuentes espropriato di tutto ciò che possedeva non volle cedere, neppure per un attimo, alle lusinghe del regime comunista che, dopo averlo derubato di ogni attività, lo voleva a capo dell’industria cubana del sigaro e se ne andò dal paese verso gli Stati Uniti e poi in Republica Dominicana spogliato di tutto e ricco solo della sua straordinaria esperienza e competenza che nessuno poteva sottrargli e che riversò nella General Cigars legando così il suo destino a quello della famiglia Cullman e di un altro grande sigaro, il Macanudo.
Ma questo è un altro discorso.
Edgar A. Cullman, presidente di General Cigars ebbe a dichiarare a proposito di Cifuentes. “è il vero artefice dell’insegnamento alla nostra azienda di come si produce un grande sigaro. Ho imparato più da lui che da chiunque altro i segreti della qualità di un grande premium“. Seguì così la produzione di Macanudo sia in Giamaica a Temple Hall che poi in Repubblica Dominicana sino all’età di 80 anni quando decise di ritirarsi in Spagna.
In tutti questi anni ne successero però di cose! Cifuentes sino ad allora aveva vissuto (lo testimonia lo stesso Cullman) nella speranza della caduta di Castro e quindi di un suo possibile rientro a Cuba a riprendere la sua attività. Ma il tempo passava inesorabile, Castro diventava sempre più inamovibile e Cifuentes finì col rassegnarsi.
Riflettendo sulla sua vita questo autentico gentiluomo cubano diceva: “ho perso il mio Paese, ma non il mio cuore! Non sono mai voluto ritornare a Cuba dopo l’avvento di Castro. Amo, naturalmente, il mio Paese, ma la produzione dei sigari è qualche cosa di troppo personale per me. Per tutta la vita, gente di ogni parte del mondo è dipesa da me perché fornissi loro un eccellente piacere di fumare e continuerò a farlo.”
Fu in questo clima che, mentre il Macanudo conquistava sempre più i mercati, nel 1974 tra General Cigars e Cifuentes si raggiunse un accordo per la produzione di un Partagas “non cubano” che vide la luce in Giamaica tre anni dopo per trasferirsi poi, insieme al Macanudo, in Repubblica Dominicana. Realizzato con tripa di tabacchi dominicani e messicani, capote messicano e capa Camerun, è oggi tra i sigari premium best-seller negli Stati Uniti, con più di 12 milioni di pezzi venduti ogni anno. Di questo grande sigaro, nel 1991, Cifuentes creò la Partagas Limited Reserva invecchiata più a lungo di qualsiasi altro long filler e nel 1995 la società ha celebrato il 150° anniversario del marchio con una edizione limitata Partagas 150 Signature Series che è diventata subito un classico ed una rarità ambita dai collezionisti. L’idea fu riproposta nel 2005 con l’altrettanto apprezzato 160° che Cifuentes non poté vedere; era morto nella sua casa di Madrid nel 2000 all’età di 92 anni.
Ma a Cuba cosa era successo intanto?
Ai tempi della rivoluzione castrista, il marchio Partagas era il secondo per esportazione di Cuba, con una percentuale del 25,8% sull’esportato del 1958, secondo solo a H. Upmann che realizzò quell’anno un 30,1%. Con la confisca, nel 1960, la fabbrica è passata sotto il controllo dello stato cubano. Dopo i gravi iniziali sbandamenti (soprattutto ideologici) la produzione riprese sotto il nuovo management statale con i marchi Partagas, Cifuentes, Ramon Allones e Bolivar, mentre il marchio La Gloria Cubana fu resuscitato solo nel 1965.
Il resto è storia che tutti conosciamo. Partagas è tutt’oggi uno dei più prestigiosi marchi cubani e negli ultimi 40 anni è stato uno dei più venduti insieme a Montecristo, H. Upmann e Romeo y Julieta. La fabbrica, aperta alle visite del pubblico dove ci si può beare in quella straordinaria atmosfera che solo nelle galeras cubane si può incontrare, è anche una delle più attive nella promozione del prodotto Habano e al piano terra ospita la prima “Casa del Habano” aperta a Cuba dove si può fare provvista, finanze permettendo, di ogni ben di Dio.
Sarebbe veramente inutile dire che naturalmente Partagas “cubana” ha avuto innumerevoli occasioni celebrative di cui, chi vi scrive, non dimenticherà mai il Festival Partagas per il 155 anniversario non fosse altro perché vi ha partecipato e fumato indimenticabili sigari.
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Partagas e Cifuentes
brands and marquitas stories
The only certain thing about the origins of Partagas is its founder, Don Jaime Partagas, a Catalan man from Arenys del Mar, who arrived in Cuba at the end of the ’30s (of 1800, of course). He immediately started producing cigars in “chinchalito” (a small workshop) that he bought with what little money he had. After a few years he achieved such success that in 1845 Don Jaime opened the “Real Fàbrica de Tabacos Partagas”. Of course it was not the factory we all know today. Actually it was placed in Calle de la Industria 158, in a factory that could have been considered a big for those days,. Don Jaime was a very shrewd and enterprising businessman and he immediately understood that in order to ensure a steady supply of raw material for his plant, he ought to buy the tobacco plantations in the Vuelta Abajo region. Consequently he became a skilled and competent farmer too. He personally controlled all processes of sowing, harvesting, sorting, fermentating and aging of the tobacco leaves. He was always experimenting with new techniques, his productsreached such quality that he became known, worldwide, as one of the very best Cuban cigar makers. People thinks that Don Jaime was the inventor in the “galeras”, of the lector who, with readings, interrupted the monotony of work; whether this is true or not is irrelevant.
At the height of his career, during a visit to his plantation in Pinar del Rio, Don Jaime was killed (17 June 1868). The reasons are still obscure, perhaps grievances with the Carbajal family about the contested property of a “vega” or for jealousy by a love rival, we will never know. He was succeeded by his son José Partagas who, in 1880, went into business with an important banker, Juan A. Bances, who also owned several businesses in Cuba and was the agent in Cuba of the Rothschild bankers from New York. Bances made major investments in the company and for this reason La Flor de JA Bances joined the already existing brands: Flor de Tabacos Partagas, Balsamica and Clemencia. For unknown but conceivable reasons, in 1899 the company passed from Bances to Ramòn Lano Cifuentes (owner of a factory and a warehouse of cigars) and to Jose Fernandez who founded the “Cifuentes, Fernandez y Cia. “It was from that moment that the Cifuentes family joined the history of the Partagas brand and as we will see later, in a few decades managed to assume a position of undisputed leadership in the world of Cuban cigars, linking its name and myth of the Habano, forever. Due to the Second War of Independence (1895-1899) and to the Spanish-American War many producers suffered serious financial problems. Two years later Inocencio Alvarez and Prudencio Rabello transferred to Romeo y Julieta, La Corona was sold to Havana Cigar and Tobacco Company, and a few years later the Carbajal family (who were involved in the dispute with Don Jaime) was forced to give up the historic Cabanas for the same reason. Those were difficult times. At that time the factory of Villar y Villar was acquired by the Havana Commercial Company.
Cifuentes, Fernandez y Cia bought the nearby former factory on Calle de la Industria 174, where it still stands today, and he where he transferred the Partagas production. (with the passing of the years the city has kept growing and new production buildings have been added in the available spaces, bringing the current civic number of the factory to 520 although the factory has never been moved). The company also acquired an adjacent building (at number 172) where they produce cigarettes.
In 1916 Cifuentes purchased the corporate share of Fernandez and transferred it to Francisco Pego Pita, another prestigious industrialist in the sector. Thus was established the Cifuentes, Pego y Cia, a powerful financial and trading alliance with such resources to be able to detect or create new brand names such as: Caruncho, Corojo, El Camino Real, El Marqués de Caixas, Flor de Alma, Flor de Caruncho, Flor de F.Pego y Pita, Flor de P. Rabell, Flor de Tabacos, Gayarre, La Inmejorable, La Insuperable, La Intimidad, La Tropical, Marqués de Rabell, Mi Necha, Modelo de Cuba, Nada Màs, Osceola and Prudencio Rabell.
In 1927 Cifuentes, Pego y Cia bought two very important factories, one of which was none other than the Allones Ltd., with its brands of cigars: Ramon Allones, La Eminencia and Allones and Ramon. Allones quickly became the second most important producer of Partagas, he continued to expand its business till 1936 when it was acquired by Menendez y Garcia the Particulares SA society with its related trademarks Particulares and Byron and from 1940 La Gloria Cubana and Bolivar property of the JF Rochas Company. Ramon Cifuentes Lano died in Spain in 1938 and his partner, Francisco Pego Pita, followed shortly afterwards, on the 13th November 1940.
The year after the death of Francisco, the family Pego left the company, which was totally controlled by the brothers Ramon and Rafael Cifuentes, and it changed its name to Cifuentes y Cia. Ramon was the true architect of this success, thanks to his deep knowledge of the “tabaquera” activity, from cultivation to marketing.
Cultured, elegant, with a passion for his job, refined and good mannered which extended to the last of his peasants, he was rightly named “the gentleman of Partagas”.
This was the golden age of the Cuban cigar and for the Habanera and Cifuentes way of life, who would have never thought that soon he would be forced leave. The atmosphere was so unique in Cuba, so full of life that even when Castro came to power in ’59 it was hard for him to believe that something could really change. Unfortunately it was not like that, and as we all know Cifuentes, was expropriated of all he owned and not even considering the temptations of the communist regime which, after having robbed him of all activities, wanted him as head of the Cuban cigar company. He left the country for the United States and then the Dominican Republic without a penny but full of his extraordinary experience and expertise that no one could take away from him. He brought this to General Cigars thus tying his fate to that of the Cullman family and to another great cigar, the Macanudo. But that is another story. Edgar A. Cullman, chairman of General Cigars said about Cifuentes. “he is the real teacher to our company of how a great cigar has to be made. I learned more from him than from anybody else of the secrets of the quality of a big premium.” He went ahead with the production of Macanudo both in Temple Hall in Jamaica and later in the Dominican Republic till the age of 80 when he decided to retire in Spain.
In all these years many things happened, though! Cifuentes always lived (Cullman was witness to this) in the hope of Castro’s fall and a possible return to Cuba and resume his activities. Time passed relentlessly, Castro became increasingly strong and in the end Cifuentes resigned himself to the situation. Reflecting on his own life this authentic Cuban gentleman said:
“I lost my country, but not my heart! I never wanted to return to Cuba after the advent of Castro. Of course I love, my country, but the production of cigars is something too personal for me. Throughout my life, people came from all over the world to see me and I gave them the excellent pleasure of smoking cigars and I will keep on doing so”. While the Macanudo gained more and more markets, General Cigars and Cifuentes reached an agreement in 1974 for the production of a “non Cuban” Partagas, which was born in Jamaica three years later and then moved to the Dominican Republic together with the Macanudo. Made with the tripa from Dominican and Mexican tobaccos, Mexican capote and Cameroon capa, it is now among the bestselling premium cigars in the United States, with more than 12 million units sold each year. Of this great cigar, Cifuentes created in 1991 the Partagas Limited Reserve aged longer than any other long filler and in 1995 the company celebrated the 150th anniversary of the brand with a 150 Signed Partagas Series limited edition, which immediately became a classic and a rarity sought by collectors. The idea was raised again in 2005 with the equally popular 160; unfortunately Cifuentes did not live to see; he died at his home in Madrid in 2000 at the age of 92. But what had happened in Cuba in the meantime?
At the time of the Castro revolution, the Partagas brand was the second among Cuban exports, with a share of 25.8% on 1958 rates, second only to H. Upmann which realized 30.1% that year. The Cuban state seized the factory in 1960 and passed under their control. Initially there were serious problems (especially ideological) production resumed under the new state management with the brands Partagas, Cifuentes, Ramon Allones and Bolivar, while the La Gloria Cubana brand was revived only in 1965. The rest of the story we all know. Partagas is still one of the most prestigious Cuban brands and in the last 40 years has been one of the most sold along with Montecristo, H. Upmann and Romeo y Julieta. The factory is open to public. During the visits you can enjoy the unique atmosphere that you could only experience in the Cuban galeras, and it is also one of the most active in promoting the product Habano. The ground floor the factory contains the “Casa del Habano”, the first to open in Cuba, where you can make provision, finances permitting, of any delicacy. It would be really pointless to say that “Cuban” Partagas has had many occasions for celebration, the writer of this article, will never forget “the 155th anniversary the Partagas Festival”, if only because he participated and smoked unforgettable cigars.