I segreti del lento fumo
In questi articoli Mauro Cosmo ci aprirà al mondo del “lento fumo” e ai sui segreti!
Mauro è un simpatico signore, conosciuto sempre grazie al gruppo Facebook “Amanti della Pipa” , che partecipa spesso alle gare di “lento fumo” e si posiziona sempre tra i migliori classificati in Italia e all’estero.
Parlando con lui – che è una fonte inesauribile di esperienza – ho chiesto se poteva aiutare noi lettori ad imparare a fumare lentamente la pipa perché mi sono accorto che spesso, noi appassionati di pipa, commettiamo “errori” di fumata e questo ci porta a farla spegnere di frequente, a respirare male e gustare non a pieno il tabacco caricato.
Di seguito leggerete un lungo articolo scritto da Mauro che ho preferito pubblicare in più capitoli che troverete nei prossimi giorni completo sul nostro sito. L’articolo si sviluppa su un suo racconto dopo aver partecipato ad una gara nazionale di lento fumo.
Buona lettura e… buone fumate!
I step: Discorrendo delle gare di lento fumo
Bisogna premettere che ogni concorrente ha i suoi metodi, carpiti dai più vecchi o elaborati in proprio, ha i suoi segreti e le sue verità, alcuni seguono determinate “scuole di pensiero” e sul quel filo gioca tutta la squadra, spesso sono gelosi delle proprie conoscenze e alle domande rispondono in maniera vaga, evanescente, io posso solo dire come generalmente gestisco la gara, ma il metodo va “tarato” su ogni singolo player adattandolo alle proprie sensibilità, diciamo che per me ha funzionato abbastanza anche se sono alla continua ricerca di miglioramenti.
Possiamo partire seguendo le fasi di una gara, quindi con la consegna della pipa e dei fiammiferi, ecco, si comincia. La pipa va ben controllata, sia che sia la nostra sia che sia nuova per una gara internazionale, ci si assicura che i fori siano liberi, passando uno scovolino (prima della gara si può fare, in gara no), si controlla che il perno non abbia attriti, meglio se ci portiamo appresso una matita, utilizzeremo la punta in graffite per lubrificare bene il perno, può accadere che si debba liberare la pipa dalla condensa ed è meglio poterlo fare velocemente ed in sicurezza, una rottura e siamo fuori. Controlliamo poi i fiammiferi, che non siano rotti o troppo fini (rischiano di spezzarsi) che abbiano una bella porzione di materiale infiammabile, non si può rischiare una falsa accensione, e poi il pigino, lo inseriamo nella pipa e ruotiamo un po’ fino a segnare leggermente con il bordo la parete della pipa, dobbiamo controllare che scenda bene fino in fondo, fino all’altezza del foro del cannello, si prova da entrambe le parti perché lo si userà da entrambi i lati.
Una volta controllato si passa a segnare il pigino, prima il colmo della pipa da entrambi i lati e poi si sceglie da quale partire, il fondello del pigino che risulta più abrasivo andrà usato per secondo, quindi andiamo a finire di segnare il primo pezzo, vicino al piede, a circa 3 mm faccio il primo segno, la porzione tra il segno del piede ed il segno del colmo lo divido in 4 sezioni, i famosi quarti del pigino, perché? Perché mi serve per controllare quanto velocemente o lentamente sto fumando la mia carica e regolarmi o modificarmi di conseguenza. Poiché a casa mi preparo per le gare, questo mi da la possibilità di capire quanto sono in linea con gli allenamenti fatti e cosa mi posso aspettare dal resto della carica, ovviamente l’imprevisto è sempre dietro l’angolo ma bisogna fare in modo di ridurre il più possibile l’eventualità di incorrere in “incidenti” di percorso. Una volta fatti tutti i controlli, lubrificata la pipa, segnato il pigino siamo pronti a partire, nel mentre hanno consegnato la bustina di tre grammi di tabacco, a volte si fa difficoltà a credere che quella miseria di tabacco che ci danno siano proprio tre grammi ma… il tabacco è fortemente igroscopico e l’umidità gioca un ruolo importate nella quantità fornita, da umido a secco (non arido) si perde circa un 10% di peso e di volume. La bustina non si può maneggiare fino al momento del via – pena il richiamo del giudice di tavolo – quindi accontentarsi di guardarlo e pensare allo sbriciolamento più opportuno. Poi arriva il momento, cinque minuti per sciogliere il tabacco e caricare la pipa, la gara comincia qui, una carica ben fatta vuole dire molto.
La prima scelta da fare è come sbriciolare il tabacco, sarebbe riduttivo dire:
A) in punta di dita
B) macinato a palmo
Senza spiegare il perché si sceglie l’uno o l’altro o entrambi. La scelta la determina il tipo di tabacco e la sua umidità, in punta di dita è più difficile ma macinarlo a palmo se è molto umido è altamente sconsigliato, alla fine il risultato da ottenere non è polvere ma un tabacco abbastanza macinato da poter essere gestito con facilità dal pigino e che consenta una accurata gestione della brace.
A) Dunque se ci troviamo con un tabacco umido/molto umido la prima cosa che facciamo è spezzare in punta di dita i filamenti del tabacco avendo cura di controllare a occhio se ci sono nel frammezzo pezzetti di costola o di picciolo di foglia, nel caso se ne trovasse è meglio ridurli un poco e metterli sul fondo della pipa, non buttarli, non si butta nulla ma messi bene sul fondo terranno un po’ sollevato il tabacco e ci aiutano nella fase finale. Anche perché se si riesce ad accendere quelli alla fine, durano discretamente e, si sa le ore sono fatte di minuti.
Si passa il tabacco più volte nella punta delle dita avendo cura ogni tanto di setacciare un po’ il foglio in modo che la parte più fina vada verso il fondo e noi si possa sbriciolare la parte grossolana. La manovra va fatta in 3 minuti circa, un paio di minuti ci servono per caricare il fornello.
B) Se ci troviamo con un tabacco mediamente secco/secco, conviene macinarlo a palmo, si fa prima e la manovra risulta più agevole, si mette un po di tabacco, o anche tutto nel palmo di una mano, nel mio caso la sinistra e si usa il monte del polso dell’altra mano (nel mio caso la destra) come macina, schiacciando e portandolo verso il taglio della mano “contenitore” il tabacco si sbriciola in varie misure, a seguire un colpo di setaccio al foglio e si riprende la parte più grossolana ripetendo la manovra quante volte serve.
Anche qui i minuti a disposizione per la manovra sono circa 3 perché, come prima, il resto del tempo ci serve per caricare la pipa.
Se facciamo la manovra di macina con il tabacco umido, grossa parte del “macinato” ci resta attaccata al palmo della mano e alla base delle dita se va bene. Se va male rischiamo di fare una pallottola compressa che non riusciamo certamente a gestire nel fornello.
È tempo di caricare, i minuti passano… come ho detto, setacciando il foglio la parte più grossolana sale lasciando il fino sul fondo quindi, da qui cominciamo: i pezzi grossi sul fondo della pipa e via via a salire mettiamo il fino. Se arriviamo al colmo pressiamo un po’ con il pigino, non troppo, diciamo un quarto di carica e poi si continua ad inserire il tabacco, se serve si ripete la manovra ma sempre con mano leggera, e secondo quanto materiale abbiamo a disposizione. La carica ultimata deve risultare 2/3 millimetri sotto il bordo della pipa, guarda caso proprio quelli che abbiamo segnato come vuoto sul pigino! Ovviamente c’è il suo perché, quando andremo ad accendere il fornello bisogna fare in modo che tutta la superficie si scotti, e non sarebbe possibile con una carica con bombatura verso l’alto oppure più alta del bordo del fornello o con frustoli pendenti. E poi bisogna tener presente che la superficie del tabacco con il calore si modifica, si gonfia, e rischieremmo di perdere parte della carica. Per finire il tiraggio è migliore se la carica è completamente compresa nella luce del fornello.
Bene, la carica è ultimata, la pipa è pronta e sono trascorsi i fatidici 5 minuti, dopo questo termine non è più possibile aggiungere tabacco o sistemare la carica, anche se, devo dire, a volte vedo qualche furbetto “ravanare” con il pollicione sul fornello, è un peccatuccio veniale che, personalmente lascio correre, ma qualche giudice internazionale ha richiamato all’ordine il concorrente per questo gesto.
I fiammiferi sono già fuori della scatoletta, il pigino è tra il medio e l’anulare della mano destra, il primo fiammifero è in posizione ben serrato tra il pollice, l’indice e il medio della stessa mano, (non puoi andare in cerca del pigino dopo che hai già passato il primo fiammifero, devi avere tutto a portata…… di mano appunto, il pigino tenuto in quella posizione non da fastidio ed è subito disponibile al bisogno) ora manca solo il fatidico 3-2-1!
Via e si parte!
Continua sul prossimo articolo…
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