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Proponiamo qui su GustoTabacco col permesso dell’autore, un interessante studio sul rapporto di Tolkien, autore de Il Signore degli Anelli, con pipe e tabacco, pubblicato sul blog Il Tolkieniano.

Tolkien, pipe e tabacco: le marche e i modelli preferiti dall’autore del Signore degli Anelli

Quante volte avete visto fotografie che ritraggono John Ronald Reuel Tolkien con la sua immancabile pipa?
Una passione che ritrovate anche nei suoi libri, dal Signore degli Anelli allo Hobbit, con l’erba-pipa fumata da hobbit, stregoni, raminghi e nani. Ma, una delle domande che spesso ricevo da appassionati fumatori tolkieniani è: quale era la marca di pipa utilizzata da Tolkien e quale il suo tabacco preferito?

Per quanto riguarda i marchi, anche se non è attestato in nessuna fonte diretta, osservando alcune foto possiamo sapere che fumava le Dunhill.

Come suggerito dall’amico Luca De Angelis, guardando attentamente il taglio dell’estremità del bocchino in ebanite in una delle fotografie a colori scattate a Oxford che ritraggono Tolkien con un cappotto marrone con il collo di pelliccia, sembrerebbe che la pipa tenuta in mano, fosse una Orlik di fascia economica giacché, quelle più costose (dal modello ‘De Luxe’ in su), reca(va)no un cerchietto in ottone infisso nel cannello.

La Olrik fu fondata a Londra nel 1899 da Louis Orlik, che cominciò a produrre pipe di alta qualità, ma ad un prezzo basso che ben presto gli regalarono la popolarità. Due gli aspetti curiosi legati a questo produttore e al nostro Professore: nel primo trimestre del 1900, Orlik aprì anche a Birmingham (i modelli sono riconoscibili dal distintivo in argento), città nella quale Tolkien visse fino al 1910. Non a caso, leggendo la biografia di Humphrey Carpenter, apprendiamo che Tolkien attribuì la sua passione alla sua infanzia quando guardava il suo tutore, padre Francis Xavier Morgan, fumare la pipa ogni volta in una posizione specifica. La seconda, è nel motto dell’azienda che recita: “Smoked by all shrewd judges” che non so perché, mi riporta alla mente l’immagine di Smaug e del suo interrogatorio a Bilbo.

Più facile individuare le marche di tabacco che fumava, giacché di queste vi sono tracce documentali e ricordi di amici e familiari.

Nei vari ricordi dei figli, si citano le marche Players e il Capstan Original Navy Cut. Le scatole in metallo di quest’ultime erano spesso sparse in casa e utilizzate per raccogliere oggetti diversi. Il suo biografo Hunphrey Carpenter, durante un’incontro con Tolkien, notò sparse nello studio confezioni di tabacco Players e Three Nuns.
Ma tra le tante, il più usato fu certamente il tabacco Capstan.
Adam, figlio di Christopher e nipote di Tolkien, ad un appassionato rispose che “il tabacco scelto dal professor Tolkien fu il Capstan Medium Navy Cut e che questo fu anche il tabacco preferito da Christopher fino a quando non smise di fumare“. In una foto, che lo ritrae già in tarda età, Tolkien è seduto ad una panchina a Oxford, con la pipa nella mano sinistra e sul bracciolo una scatola di Blue Capstan.

Mentre è nota una fattura del 3 marzo 1972, della Southern Cigar Co. of 40 The Parade, Canford Cliffs, Poole, in cui si legge l’acquisto di un barattolo di Capstan, e l’appunto firmato da Tolkien: “Quite Correct, and; I apologize for neglect and many troubles”.

I figli John e Priscilla, scrissero in “The Tolkien Family Album” (pp. 55-6) che nel suo studio, sulla scrivania trovavano posto il vaso in legno marrone scuro per il tabacco, una Toby Jug, una brocca di ceramica con la forma di una persona seduta oppure una di una persona riconoscibile (spesso un re inglese), che conteneva le sue pipe e una grande ciotola con la cenere della pipa che svuotava regolarmente.

Di sicuro, per un periodo a partire dal 1958, fumò anche del tabacco olandese Van Rossem, dopo il suo viaggio a Rotterdam per presentare il suo Lord of the Rings ospite della famosa libreria Voorhoeve and Dietrich. Al suo ritorno, l’8 aprile 1958, scrisse al suo editore e amico Rayner Unwin:
Nella patria del fumo, la pipa sembra aver preso piede. C’erano pipe d’argilla sul tavolo e grandi scatole di tabacco – fornito, penso, dalla ditta Van Rossem. I muri erano ornati con manifesti della Van Rossem con le pipe per gli hobbit, in tre qualità: Foglia di Pianilungone, Vecchio Tobia e Stella del Sud. Van Rossem da allora mi ha mandato pipa e tabacco! Ho portato via uno dei manifesti“. (Lettera n. 206,)

Una passione, quella per la pipa, che coltivò fino alla fine dei suoi giorni, come ebbe modo di scrivere al caro amico Christopher Wiseman, con lui membro dei T.C.B.S ai tempi della King Edward’s School a Birmingham, in una lettera del 24 maggio 1973, pochi mesi prima di lasciare questa terra:
Dopo essere stato sottoposto ai raggi X per un esame di tutto il mio organismo (con ottime diagnosi in generale) mi hanno tolto il vino e messo a dieta; ma ho ancora il permesso di fumare e di bere distillati di malto, se voglio“. (Lettera n. 350)

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La passione per la pipa “ereditata” dai suoi personaggi

È noto di come Tolkien abbia riversato il suo amore per la pipa e il tabacco nei suoi libri con la creazione dell’erba-pipa. Nel secondo capitolo del Prologo della Compagnia dell’Anello, a proposito dell’erba-pipa, Tolkien scrisse:
E’ bene qui far cenno di un’altra originale abitudine degli Hobbit: solevano aspirare o inalare, con pipe di legno o di argilla, il fumo proveniente dalla combustione di certe foglie che chiamavano erba-pipa o foglia-pipa e che probabilmente erano una varietà di quella che noi chiamiamo Nicotiana.
Un gran mistero avvolge le origini di questo strano costume, o “arte” come la chiamano gli Hobbit. Tutte le notizie che fu possibile procurarsi, le riunì in un libro Meriadoc Brandibuck (Signore della Terra di Buck), e data la parte importante che tanto lui quanto il tabacco del Decumano Sud occupano in questo libro, è opportuno citare l’introduzione della sua opera intitolata L’Erborista della Contea”.

E’ questa un’arte”, sostiene, “che possiamo certo dire di aver inventata noi. Quando gli Hobbit incominciarono a fumare nessuno lo sa; tutte le leggende e storie di famiglia ne parlano come di una abitudine esistita da sempre. Da secoli le genti della Contea fumavano vari tipi di erbe, le une amare, le altre più dolci. Un fatto sicuro è che il primo a coltivare l’autentica erba-pipa nei suoi giardini, ai tempi di Isengrim Secondo, verso l’anno 1070 secondo il Calendario della Contea, fu Tobaldo Soffiatromba di Pianilungone. Le varietà prodotte in quella regione, come la Foglia di Pianilungone, il Vecchio Tobia e la Stella del Sud, sono tuttora le più pregiate”.

Il Vecchio Tobia non volle mai svelare, nemmeno in punto di morte, dove scoprì quella pianta. Sapeva tutto sulle erbe, ma non era un gran viaggiatore. Pare che da giovane si recasse spesso a Brea, e certo non si allontanò mai più di tanto dalla Contea. E’ dunque possibile che sentisse parlare della pianta a Brea dove, ora perlomeno, cresce molto bene sulle falde delle colline. Gli Hobbit di quella regione pretendono infatti di essere stati i primi a fumare; sostengono di aver fatto tutto prima o meglio della gente della Contea, che chiamano “abitanti delle colonie”; e su questo punto credo che abbiano probabilmente ragione. Fu certo da Brea che l’arte di fumare l’autentica erba-pipa si è diffusa recentemente fra i Nani, i Raminghi, gli Stregoni, i viaggiatori che attraversavano quella regione e fra altre genti ancora. Il centro e nucleo di sviluppo di quest’arte fu così l’antica osteria di Brea Il Puledro Impennato, di proprietà della famiglia Cactaceo da tempo immemorabile”.

Ciò nonostante, dalle ricerche compiute da me personalmente durante numerosi viaggi nel Sud, risulta che detta erba non è originaria delle nostre parti; credo provenga invece dall’Ovesturia, e che fu poi da lì portata dagli Uomini, attraverso il Mare. A Gondor è abbondante, più folta e profumata che non a nord, dove non cresce spontanea e per sopravvivere e fiorire ha bisogno di luoghi caldi e riparati come Pianilungone. Gli Uomini di Gondor la chiamano dolce galenas, e ne apprezzano solo la fragranza dei fiori. Forse, nei secoli tra la venuta di Elendil ed i giorni nostri, fu trasportata verso nord lungo il Verdecammino. Persino i Numenoreani riconoscono che gli Hobbit furono i primi a metterla in una pipa. Prima di noi nemmeno gli Stregoni vi avevano pensato, benché uno di loto che conoscevo tanto tempo fa avesse appreso questa nostra arte e la praticasse, come tutte le altre arti che conoscevo, alla perfezione”. (pp. 53-54)

Lo Hobbit, invece, si apre e si chiude il fumo della pipa. In apertura troviamo un ignaro Bilbo Baggins seduto fuori Bag End.

Bilbo e Gandalfdi David Wenzel
Buon giorno!” disse Bilbo; e lo pensava veramente. Il sole brillava e l’erba era verdissima. Ma Gandalf lo guardò da sotto le lunghe sopracciglia irsute ancora più sporgenti della tesa del suo cappello.
Che vuoi dire?” disse. “Mi auguri un buon giorno o vuoi dire che è un buon giorno che mi piaccia o no; o che ti senti buono, quest’oggi; o che è un giorno in cui si deve essere buoni?”.
Tutto quanto” disse Bilbo. “È un bellissimo giorno per una pipata all’aperto, per di più. Se avete una pipa con voi, sedetevi e prendete un po’ della mia erba-pipa! Non c’è fretta, abbiamo tutto il giorno davanti a noi!”.
E Bilbo si sedette su un sedile accanto alla porta, incrociò le gambe e fece un bell’anello grigio di fumo che salì in aria senza rompersi e si librò sopra la Collina.
Graziosissimo!” disse Gandalf. “Ma stamattina non ho tempo di fare anelli di fumo. Cerco qualcuno con cui condividere un’avventura che sto organizzando ed è molto difficile trovarlo”.

E si chiude con la visita di Gandalf e Balin a Bag End alcuni anni dopo le note vicende di Thorin Scudodiquercia e la sua compagnia.

Gandlaf, Bilbo e Balindi David Wenzel

Il vecchio Governatore aveva fatto una brutta fine. Bard gli aveva dato molto oro per aiutare la gente del lago, ma essendo di quella razza che prende facilmente certe malattie, egli cadde in potere del drago e, presa con sé la maggior parte dell’oro, fuggì, e morì di fame nel Deserto, abbandonato dai suoi compagni.
Il nuovo Governatore è un tipo più saggio,” disse Balin “e molto popolare, perché, naturalmente, si prende tutto il merito dell’attuale prosperità. Stanno componendo canzoni che dicono che ai suoi giorni l’oro “corre a flutti”.
Allora le profezie delle vecchie canzoni si sono rivelate vere, più o meno!” disse Bilbo.
Ma certo!” disse Gandalf. “E perché non dovrebbero rivelarsi vere? Certo non metterai in dubbio le profezie, se hai contribuito a farle avverare! Non crederai mica, spero, che ti sia andata bene in tutte le tue avventure e fughe per pura fortuna, così, solo e soltanto per il tuo bene? Sei una bravissima persona, signor Baggins, e io ti sono molto affezionato; ma in fondo sei solo una piccola creatura in un mondo molto vasto!”.
Grazie al cielo!” disse Bilbo ridendo, e gli porse la borsa dell’erba-pipa.

E se Tolkien fosse stato un protagonista dei suoi racconti cosa avrebbe amato fumare?

Quasi sicuramente la varietà di Pianilungone, come ebbe modo di scrivere anni dopo la pubblicazione del Signore degli Anelli. Infatti, il 12 settembre 1965, il fondatore della Tolkien Society americana, Dick Plotz, gli chiese la disponibilità a diventare loro socio e, qualora fosse d’accordo, ad indicare anche il suo nome “hobbit”.

Tolkien accettò l’invito e in chiusura della lettera scrisse:
Personalmente, in quanto inveterato fumatore di pipa sarei felice di accettare il nome di un cittadino di Pianilungone; o se desiderate accordarmi una dignità più elevata (alla quale ho diritto per i miei anni anche se misurati sulla lunghezza della vita degli hobbit), cittadino di Pietraforata”. (Lettera n. 276)

Tolkien, quindi, avrebbe scelto di appartenere per il suo amore per il tabacco al villaggio di Pianilungone, situato nel Decumano Sud e con le piantagioni della miglior erba-pipa; oppure, per via della sua età e quindi del rango, a Pietraforata il villaggio ai piedi dei Bianchi Poggi nel Decumano Ovest che, ospitando la residenza del sindaco, rappresentava una specie di capitale della Contea.

Su quali effetti, poi, avesse su Tolkien il fumare la pipa, mi piace pensare che fossero gli stessi che ritroviamo in un passo del quarto capitolo ‘La caccia all’Anello’ dei ‘Racconti incompiuti’:

Gandalf di Alan Lee

Il Consiglio si riunì a Gran Burrone, e Gandalf se ne stette seduto in disparte, silenzioso, ma intento a fumare sfrenatamente (cosa che mai aveva fatto prima in occasioni del genere), mentre Saruman parlava contro di lui dicendo che non bisognava seguire il parere di Gandalf e lasciare ancora tranquillo Dol Goldur. Ma il silenzio e il fumo di Gandalf parvero irritare assai Saruman, il quale, prima che il Consiglio sciogliesse, disse a Mithrandir: “Qui si discute di cose di grande momento, e mi meraviglia alquanto che tu ti balocchi con il tuo fumo e fuoco, mentre altri fanno discorsi seri”.
Ma Gandalf rise e replicò: “Non te ne meraviglieresti, se usassi tu stesso quest’erba. Costateresti allora che sbuffando fumo la tua mente si libera delle ombre che contiene. E comunque, ti permette di avere la pazienza necessaria per prestare orecchio senza irritarti a propositi senza senso. Comunque, non è un mio balocco. Si tratta di un’arte dei Piccoletti che vivono laggiù all’Ovest: gente degna e allegra, anche se forse ha scarso peso nei tuoi alti disegni”. (p. 526)

Tolkien, tabaccaio per una volta

Piccola curiosità legata alla passione di Tolkien per il tabacco.
Nel luglio 1929, Tolkien collaborò con l’Istituto Linguaphone di Londra registrando due lezioni che furono poi inserite nel corso di apprendimento della lingua inglese dell’omonima Società londinese nel 1930 e commercializzato in tutto il mondo. Le conversazioni registrate da Tolkien furono la numero 20, At the Tobacconist’s, e la numero 30, Wireless. Entrambe videro la voce di Tolkien e Arthur Lloyd James, Professore di Fonetica all’Università di Londra e curatore dell’intero corso di apprendimento. In At the Tobacconist’s, Tolkien legge l’introduzione e interpreta il tabaccaio che serve il cliente.

Nell’introduzione, Tolkien dice:
Se qualcuno mi chiedesse quali vetrine ho trovato più interessanti a Londra, troverei molto difficile rispondere. Mia moglie, lo so, sarebbe andata tutta a favore delle stoffe, delle modiste, e dei gioiellieri. Mio figlio maggiore sarebbe andato per i negozi di articoli sportivi, con le loro mazze da golf, racchette da tennis, mazze da cricket, e palloni da calcio. I bambini avrebbero proposto il negozio di giocattoli … e io … beh, devo confessare di avere un debole per la vetrina del tabaccaio. Non che io fumi molto, ma c’è qualcosa di affascinante nel vedere le piccole pile ordinate di diversi tabacchi colorati, le pipe in radica finemente levigate, le scatole attraenti di sigari e sigarette. Se fumate una pipa, si può scegliere tra decine di eccellenti marche di tabacco da pipa; se siete appassionati di sigari, allora si può acquistare a qualsiasi prezzo ci si può permettere di pagare; e se si preferisce le sigarette, allora si possono avere le Virginia, le turche o le egiziane, a seconda di quale piacciono. Le sigarette Virginia sono, naturalmente, quelle fatti di tabacco americano. I cerini sono buoni e convenienti, e troverete tutti i tipi di articoli per fumatori, quali borse da tabacco, sigari e sigarette, accendini, e così via, in una vetrina di ogni tabacchi. Molti tabaccherie, soprattutto in periferia, sono allo stesso tempo edicole, cartolerie, e librai, in modo che si possono anche acquistare libri, riviste, giornali, cartoline illustrate, e altre cose – carta da lettere, buste, e così via“.

Nel 2015, il grande artista Arcangelo Ambrosi – Wood Artworks ha realizzato una copia della pipa di Tolkien in edizione speciale numerata e limitata a 30 pezzi.

Libri consultati.

Carpenter, Humphrey, La realtà in trasparenza. Bompiani, 2001
Scull, C. e W. Hammond, The J.R.R. Tolkien Companion and Guide, HarperCollins, 2006
Tolkien, John e Priscilla, The Tolkien Album Family, HarperCollins, 1992.
Tolkien, J.R.R., Racconti incompiuti, Bompiani, 2013
Id. La compagnia dell’anello, Bompiani, 2012