Nel settore del tabacco Matteo Marliani ha avviato una tabaccheria, la Eno-tabaccheria Virtù & Vizio (tabacchi e vini non banali).
Matteo, con coraggio e spirito di iniziativa ha avviato questa attività da un anno! Il 18 marzo compirà un anno dall’inaugurazione di “Virtù & Vizi”.
Come molti l’ho conosciuto su Facebook partecipando al gruppo “Amanti della Pipa”. Proprio perché ha un’attività in “trincea” nel settore dei tabacchi, mi è sembrato interessante proporgli un’intervista per conoscere meglio sia lui che il mondo delle rivendite.
Da dove nasce la tua passione per il lento fumo? Perchè hai deciso di aprire una tabaccheria e come hai scelto il nome “Virtù & Vizio”?
La passione è nata con la “professione”, ovvero per meglio dire di “necessità virtù”, fino ad anno fa non avevo mai fumato, anche se i fumatori di pipa, e di sigaro mi avevano sempre affascinato, ma io non avevo “mai fumato sigarette in vita mia”, come mi piace dire scherzando (nessuno pensa a sigaro o pipa quando dico così, chissà perché). Aprire una tabaccheria, è venuto un po’ spontaneo, mi sono reso conto con il tempo, che non ho il carattere per lavorare come dipendente, prima delle tabaccheria ho provato anche altre attività, in particolare un agenzia immobiliare, alla fine ho pensato alla tabaccheria, perché pur non essendo un settore dove si fanno i soldi, è un settore dove ci sono ancora dei margini di sicurezza, e soprattutto, all’attività rimane un valore, una scelta quindi commerciale, che si sta trasformando in una passione, insomma un “vizio”, che trasformo in “virtù”.
In parte ho già risposto alla scelta del nome, anche se con una battuta, confesso che il primo nome a cui avevo pensato era “NUOCE GRAVEMENTE”, per scherzare un po’ sulle scritte terroristiche dei pacchetti, ho parlato con gli amici, e tutti i non fumatori apprezzavano l’ironica idea, mentre i fumatori (veloci si intende), mi guardavano come fossi pazzo, ho dedotto che non era una buona idea.
Alla fine mi è venuto in mente questo nome, da una parte perché mi piace l’idea che quello che per alcuni è un mero vizio, per altri è un piacere da assaporare con moderazione, quindi di fatto una virtù, abbandonare le vane passioni, per scoprire un mondo nuovo e una cultura nuova, non può che essere un momento magico, l’altro motivo è ispirato ad una parte importante della mia vita, ma su questo lascio un alone di mistero, diciamo che sto facendo un percorso di cui vizio e virtù sono una parte che viene in qualche modo studiata, alla fine mi è sembrato anche un buon nome.
La tua è una enotabaccheria. Spiegaci che differenza c’è tra te e un bar che vende tabacco.
Perchè tu sei più specializzato?
Non mi ritengo più specializzato, ma sono solo specializzato in cose diverse, ovvero da me non faccio somministrazione, non tengo prodotti come vini o distillati che siano di tipo commerciale o di grande diffusione, cerco prodotti che non siano nella grande distribuzione, tengo quindi prodotti così detti “di nicchia”. Non sono né migliori né peggiori, hanno solo storie e concetti diversi, a me affascinano le piccole storie di aziende, mi piacciono quei produttori, che amano prima di tutto il loro prodotto, che girano per la vigna a “coccolare” i grappoli che gli daranno il nettare dionisiaco.
Anche in questo settore, come del resto nel tabacco, cerco prodotti buoni ed ottimi, che abbiano una storia, anche se con rammarico dico che spesso i clienti entrano cercando il nome di moda del momento, come del resto mi chiedono il pacchetto di sigarette di largo consumo, anziché un buon sigaro, o un trinciato inebriante.
La tua formazione nel mondo del tabacco da dove viene?
Mi sento di dire, che per ora ho fatto poca formazione ma molta informazione, ovvero per meglio dire, ho raccolto molte informazioni, sulla storia, sulla coltivazione, la lavorazione, e la miscelazione del tabacco. Ma anche sui gusti dei fumatori ho usato, è il caso di dirlo, i siti web come GustoTabacco per pipa e sigari, ho consultato altri siti per i trinciati da sigaretta, e le immancabili pagine Facebook per chiedere consiglio sui gusti e sulle preferenze. E’ bene certo leggere schede tecniche fatte da esperti, ma anche tastare il polso del fumatore.
In ultimo da poche settimane, grazie a Diadema e alla politica di Habanos S.A., ho conseguito il Diploma Junor, sui sigari Habanos. E’ stato davvero utile e affascinante capire meglio come nasce un sigaro e tutta la sua storia, auspico che altre aziende importatrici facciano altrettanto.
Come vorresti che cresca la tua attività nel futuro? Una tabaccheria di “successo” che servizi deve avere?
“Io ho un sogno…”, mi piacerebbe poter fare un altro piccolo investimento, si fa per dire piccolo, secondo un calcolo a braccio ci dovrei mettere circa 25.000€ , ma forse anche più, per fare una sala di degustazione. Ho abbastanza spazio per poterlo fare, ho in mente una sala ovattata dove potersi trovare tra amici, o meglio ancora tra sconosciuti fumatori, dove disquisire di ciò che stiamo fumando o bevendo. Dove organizzare piccoli incontri, sia di formazione sui vasti mondi del fumo e del bere bene, che presentazioni di libri. Ho già fatto alcuni incontri di taglio culturale in tabaccheria e vorrei continuare. Una sala che possa ricordare i circoli culturali, i Bistrot, i caffè letterai, un luogo insomma dove si viene per chiudere fuori le piccole angosce quotidiane e dove stare con se stessi, in modo introspettivo, una sorta di ritorno alle origini per il tabacco.
Come sono i rapporti con la FIT (Federazione Italiana Tabaccai)? E’ veramente utile a voi tabaccai?
Credo molto davvero nel consociativismo e nel sindacalismo. FIT, come altre associazioni di categoria, sono utili e sono importanti, ma tutto dipende da che aspettative ho io verso questo genere di associazioni. In questi giorni, con un forte calo di prezzo di un prodotto e lo sciopero, FIT è stata a mio avviso fin troppo attaccata come fossero colpa sua le scelte commerciali.
Se mi aspetto che FIT faccia tutto per me, come una mamma accudisce un bambino, ho male compreso il ruolo del sindacato. Il sindacato siamo noi! La FIT è fatta dai suoi iscritti, se mi rivolgo al sindacato solo per i problemi, ma non metto a disposizione il mio tempo e la mia conoscenza del settore, non mi faccio un buon servizio.
Per me FIT, ed in particolare la persona che su Pistoia fa il front office (Beatrice), è stata importante per chiarire i tanti dubbi amministrativi, per risolvere i problemi e per capire meglio alcuni aspetti di un mondo che in quanto a burocrazia è rimasto ai regi decreti. Quando si comunica con AAMS, sembra di entrare in vecchio film fatto di timbri, carta bollata e uffici che si rimpallano le pratiche, in certi momenti mi è sembrato di avere davanti “Giovanni Vivaldi”, (Alberto Sordi), nel film “Un borghese piccolo piccolo”.
FIT è utile nel momento del bisogno, ed è utile se io la so usare e sono disposto a dare qualcosa. Mi piacerebbe ad esempio che facesse dei corsi di formazione più specifici sul mondo del tabacco e non solo sulle modalità di vendita, ma visto che lo dico, dovrei essere io il primo a proporlo e magari organizzare con loro un corso si fatto.
Qual’è la più grossa difficoltà che deve affrontare chi ha una tabaccheria? Le leggi antifumo, le disposizioni della Comunità Europea in merito, ecc… che danni vi portano?
La difficoltà più grossa è la crisi, ma non intendo semplicemente quella economica, ma quella dei clienti che chiedono sempre sigarette meno care, e spesso a fine mese chiedono di segnare… o portano sacchetti pieni di “semini” (pezzi da €0,01 e €0,02). Mi sembra di essere qui quasi come un coffessore, che però non ti giudica, ma ascolta il cliente con i suoi problemi, che poi sono come i tuoi.
Poi certo le pur giuste leggi antifumo non aiutano, non posso esporre prodotti in vetrina, non posso pubblicizzare l’attività, i messaggi terroristici che più che fare terrore, rendono il pacchetto, la latta o il sigaro, esteticamente inguardabile. Tutto concorre a mettere i bastoni tra le ruote, tutto in nome di un moralismo salutista.
I nuovi fumatori chi sono? Dove va il mercato dei consumatori con la crisi di oggi?
Secondo te i fumatori sono più attenti a quanto spendere o a spendere meglio?
Si moltipilicano costantemente i fumatori del risparmio, il mercato della sigaretta va verso i prezzi bassi senza guardare la qualità. Diverso è quello del trinciato per sigaretta, dove riesco a far provare prodotti di qualità, o particolari. Questo avviene perché salvo pochissime eccezioni, il trinciato da sigaretta ha tutto lo stesso prezzo (€180,00 al chilo), anche se pure qui stanno uscendo prodotti che rendono di più, i così detti tabacchi volumizzati, e poco importa ai clienti che lo scelgono sapere come viene prodotto, e sapere che la qualità ne risente, ci fanno più sigarette e tanto basta.
Ci sono tuttavia alcuni fumatori, e mi riferisco sempre ai fumatori di sigaretta, che hanno voglia di provare anche prodotti nuovi, magari naturali, senza guardare troppo al prezzo.
Per quello che ho visto invece i fumatori lenti guardano si anche al rapporto qualità prezzo, ma con meno attenzione, insomma se ne vale la pena sono disposti a spendere qualcosa in più, a sperimentare, a concedersi un vizio e tal volta uno stravizio. Magari comprano un sigaro in meno, ma migliore, o una latta più grande centelinandola nel tempo, magari facendosi due fumate in meno nell’arco della settimana, i “lento fumatori”, sanno se vogliono rinunciare ad un piacere immediato, per un piacere più grande il giorno successivo.
Internet: te hai una pagina Facebook, sei iscritto in un gruppo di fumatori ed hai un tuo sito. E’ necessaria una presenza su internet per chi ha un’attività come una tabaccheria o è di contorno?
Cosa è utile e cosa è inutile del mondo di internet?
Come ogni strumento, internet è utile se lo commisuro alle mie esigenze, la pagina del sito ho deciso di lasciarla statica, con alcune foto e delle descrizioni. Sulla pagina facebook invece cerco di operare quotidianamente, mettendo foto dei nuovi arrivi, stati di umore, e altre idee che mi passano per la testa.
Il mio rapporto con le tante pagine/gruppi facebook per i fumatori di sigaro o di pipa sono più intimistici, mi piace commentare e dare le mie impressioni, chiedere consigli, e provare a darne, fare amicizie con altri fumatori, che non saranno mai clienti ma proprio per questo ancora più importanti, con cui farsi segnali di fumo a distanza. Questa è veramente una magia.
Ovviamente quello che conta è il rapporto fiduciario che si instaura con i clienti, ma spesso questo rapporto parte appunto da un post. Internet è utile per far sapere che si esiste ma il segreto è farsi conoscere, e per farsi conoscere internet non basta, ma aiuta.
Quali sono i trinciati da pipe e i sigari che vendi di più? A te personalmente cosa ti piace fumare?
Come quantità i primi due trinciati sono “Amphora Original Blend” e il “Mac Baren vanilla crem”, perché di questi ho due clienti assidui. Il resto va tutto in modo discontinuo, sia i “Samul Gawth”, che sono spesso tabacchi legati alla stagionalità, sia i Robert Mc Connel, che sono ancora più di nicchia, si vendono certo, ma meno. Devo anche considerare che io ancora non sono un punto di riferimento nella zona e mi devo costruire ancora la clientela.
I sigari più venduti da me sono i Toscano, nel mondo dei caraibici invece al momento diciamo che sono al pari tra Habanos e Nicaraguensi, ma aggiungo che i Cubani li ho introdotti da poco tempo.
Qual’è la cosa più bella che ti è capitata da quando hai aperto questa attività?
Inizare” alcuni amici, e clienti al fumo lento, fargli mettere da parte la sigaretta, per apprezzare il sigaro, o la pipa. Introdurli anche ai gruppi facebook, e siti specializzati.
Insomma diciamo con un pizzico di vanteria, aver raggiunto la mia “missione”, portare la persona dal “vizio alla virtù”.
Un saluto ai nostri lettori…
Prima del saluto un ringraziamento a voi che gestite il sito, a chi scrive gli articoli e a chi li commenta.
Lento fumatori teniamoci in contatto! E continuiamo a confrontarci su questo magico mondo che è sotto gli occhi di tutti ma, come ogni grande segreto proprio perché è davanti a tutti, è sconosciuto ai più.