Nell’articolo del quotidiano “Il Mattino” del giorno 24-11-2018 riguardante i sigari di Cava De’ Tirreni, si afferma che lo sguardo futuro dell’Azienda è rivolto verso i sigari “aromatizzati” i quali incontrano crescente favore tra i giovani consumatori.
La succitata dichiarazione del Responsabile dell’Opificio di Cava fa intuire che le scelte di Politica sanitaria antifumo in Italia sono in controtendenza rispetto ai Paesi come la Svezia, la Norvegia, l’Islanda e la Francia, in quanto, in particolare nel Regno Unito, le Politiche sanitarie hanno dimostrato lungimiranza e coerenza, perché hanno inserito il “vapagismo” al centro della lotta antifumo, ottenendo una riduzione del tabagismo di circa il 15% in soli tre anni, mentre negli Stati Uniti la e-cig “Juul” è riuscita a conquistare i due terzi del mercato americano della sigarette elettroniche.
Secondo Fabio Beatrice, Direttore del Centro antifumo di Torino, la strategia vincente sarebbe quella di raggiungere i fumatori impenitenti con una proposta ricevibile, ma non di completa cessazione, in quanto attualmente in Italia solo lo 0,1% chiede aiuto ai centri antifumo e solo il 14% di quelli passati alle e-cig è riuscito a rimanerne legato.
L’articolo in parola evita, volutamente, di affrontare la problematica della totale delocalizzazione presso il paese asiatico dello Sri-Lanka del ciclo di approntamento della fascia per i sigari a macchina, dove si effettua un condizionamento in bobine crioconservate, in modo da velocizzare la fabbricazione dei sigari con la macchine in Italia, produzione che rappresenta circa il 99% di tutto mercato dei sigari toscani o similari.
Le citate strategie innovative sono avulse dal ciclo del sigaro toscano tradizionale, mentre l’articolo afferma che tali sigari sarebbero approntati nella maniera “ecologica” della antiche sigaraie, ossia come al tempo di Gioacchino Murat presso la Manifattura di Cava e come al tempo del Granducato presso quella di Lucca.
Questa in realtà è un’autopromozione retorica che sposta l’attenzione dal vero problema, che riguarda l’aumentata dipendenza dei giovani e delle donne legata all’inserimento nel ciclo produttivo di aromi sintetici, come ad esempio l’etil-vanillina, che sono estranei al tabacco ma rendono più pressante la voglia di fumare.
Giuseppe D’Amore
già Direttore di produzione presso la M.T.di Cava
Cava De’ Tirreni, 26 – 11 – 2018.