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Cubani?! Ma certo! (piccola disavventura calabrese)

È da due settimane che siamo in un piccolo paesino della Calabria in cui ci siamo rifugiati per concederci la serenità necessaria per letture, fumo e pensieri oziosi.
Non avendo calcolato il ritmo di fumata in una situazione così congeniale al relax ci siamo resi conto troppo tardi che la nostra riserva di Avana stava terminando, facendoci restare soltanto con dei grandi cubani lasciati per un paio di eventi speciali a cui dovremo partecipare. Subito ci è balzato in mente che si doveva agire per poter porre rimedio alla moria di cui sopra.

Presa l’automobile ci siamo diretti in paese. Entrati nel primo tabaccaio utile abbiamo visto soltanto Toscanelli all’Anice e ci siamo ritirati senza profferire parola. Abbiamo quindi preso la strada del paese più grande confinante con il nostro. Ancora Toscanelli, ma stavolta al caffè.
Ma cosa fumano da queste parti!?

Stupidamente stavamo cercando nei posti sbagliati, sperando nell’ambiente contaminato dal turismo, senza fare i conti con il concetto di esclusività che l’amato Avana ancora si trascina dietro emarginandosi da determinati contesti.
Direzione la città grande. I primi due tabaccai avevano soltanto Toscani (fortuna il vitolario conosciuto oltre che quello aromatizzato) e anche qualche busta di tabacco da pipa, molto di Amphora.
Sconfortati ci siamo bevuti un caffè e dal barista siamo riusciti ad avere due indicazioni utili per sigari cubani.
Entrati nel primo, un ammiccante signore ci ha dato il buongiorno, ma già i nostri occhi inorridivano davanti a scatole di Che, Panther, Moods e compagnia bella, ma abbiamo tentato comunque:
Avete sigari Avana?
Ma certamente! Di ottimi, ecco qui, ad esempio i Vasco de Gama, un grande sigaro! Poi i Balmoral!!! Ahhh come non apprezzarli! E tutto questo ben di Dio che vede alle mie spalle!

(indicando scatolette di sigaretti a macchina e di qualità ridicola).

Cinque secondi di silenzio. Gli occhi sulla scatola più alto.
Mi può far vedere quelli?
Ah! Certo, solo che prendo la scaletta. Un attimo.

Scompare dietro una porta, noi da quella principale!

L’ultimo tabaccaio aveva tubos di Partagas, Cohiba, Romeo y Julieta e varie altre scatole di cui abbiamo fatto incetta con sollievo.

Ma siamo ancora tentati di tornare nel penultimo, comprare tutto e bruciarlo. Per poi prendere il tabaccaio e rapirlo per un corso intensivo a Cuba sui sigari. Poi riposizionarlo nel suo locale, credendo di fare così un atto di grande utilità per la comunità locale. Insomma tutti sono liberi di fumare quello che vogliono ma non sapere cosa si vende e cosa si fuma …

Buona scelta

IBD

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