Dopo il comunicato stampa da parte della Manifattura del Toscano sul nuovo accordo con il Ministero delle Politiche Agricole, ho ritenuto utile chiedere un commento a Giuseppe d’Amore che ha lavorato presso questa azienda per anni come direttore.
Un suo ultimo articolo ha stimolato moltissimo vari forum del mondo del tabacco sull’argomento delle nuove direttive europee sulla produzione della pianta da fumo.
La qualità delle piante di tabacco sono a rischio e le nuove politiche europee e mondiali modificheranno il panorama mondiale sulla produzione di sigari e trinciati per pipa e sigarette inevitabilmente.
Normative Europee e qualità del sigaro
Approvate a Strasburgo in seduta plenaria il giorno 08 – 10 – 2013
Eventuali implicazioni sui sigari e commenti sul protocollo di intesa tra MST e MPA
Con l’approvazione della presente Direttiva, alla Commissione Europea è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente agli articolo 21 e 22 (etichettatura pacchetti) per revocare o meno l’esenzione dell’applicazione dell’articolo 6 (additivi: testo della Commissione + emendamento). L’esenzione sarebbe prevista per i prodotti diversi dalle sigarette, dal tabacco da arrotolare e dal tabacco per narghilè, stabilita con Legge 176 del 5 – 3 – 2011 e fino a quando non intervenga un mutamento sostanziale della situazione attuale.
Nonostante nella Direttiva non siano coinvolti direttamente i sigari tipici, la Commissione potrà comunque intervenire sui sigari aromatizzati di Cava con possibili e significative conseguenze [ o a causa di modifiche causate dalla combustione, o a causa di eventuali disposizioni in materia di etichettature che devono sempre adeguarsi ai dati scientifici più recenti ( regolamento N° 1907 / 2006 ), o ai fini dell’adeguamento delle avvertenze salutistiche in modo da richiamare l’attenzione sui pericoli del fumo passivo sulla salute, art. 23 bis ].
Inoltre alcune strategie, introdotte dai produttori privati di sigari per ridurre i costi della manodopera, potrebbero essere rivisitate, in particolare quella dell’affidamento a terzi (presso lo Sri-Lanka) dell’approntamento delle bobine (BUD) per la fascia riservata ai sigari “toscani a macchina”, strategia che non era condivisa dall’ex Monopolio di Stato che aveva predisposto l’allestimento in Italia, dopo un congruo periodo di prova durato circa due anni, per evitare sia il congelamento a -10 °C delle bobine che l’utilizzo del Burn-additive, usato per ripristinare i livelli di combustibilità depauperati a causa della crioconservazione.
L’accordo siglato tra le MST (Manifatture Sigaro Toscano) ed il Ministero delle Politiche Agrarie per reperire quasi tutto il tabacco Kentucky “ecosostenibile” italiano, dal 2014 al 2020, sicuramente è di buon auspicio per la difesa del “made in Italy”, ma sarebbe auspicabile, in un futuro prossimo, che l’intera linea dell’approntamento della fascia in bobine (italiana + nord americana), usate per fasciare tutti i nostri sigari toscani “a macchina” (fustellatrice + bobinatrice MBF-101-SASIB) venisse ritrasferita in Italia, constatato che nel 2012 sono stati fabbricati 177 milioni di pezzi “a macchina” (svolgitrice BUD + confezionatrice sigari) su di un totale di 180 milioni totali (di cui solo tre milioni confezionati “a mano”).
Come prudentemente suggerito nel libro “Oltre il fumo” (Marlin editore, pubblicato nel 2011), la revisione della predetta strategia sarebbe un riconoscimento fattivo delle professionalità manifatturiere, considerato che l’incidenza della fascia sull’intero sigaro toscano può variare dal 32 al 40 % e non del 15 %, come si era stimato teoricamente, evitando, nel contempo, al prezioso tabacco inutili eventi stressogeni e aggressioni, che pregiudicherebbero la flora endogena utile a favore di quella aleatoria opportunistica e potenzialmente dannosa.
Giuseppe D’Amore
Cava De’ Tirreni (Sa), lì 15 – 01 – 2014