E’ un sabato mattina, il lavoro in casa e in ufficio è finito. Mi prendo la libertà di uscire e godermi un po’ la mia città. Vado a Torino con lo stretto necessario per sopravvivere: smartphone, documenti, chiavi di casa e un sigaro. Perché non specifico quale sigaro ? Perché, come vedrete, non sarà quello fumerò. Questa è una di quelle storie in cui si finisce in una tabaccheria che non si conosceva.
Arrivo in Piazza Solferino e passeggio sotto il bel sole, non troppo caldo, piacevole. Passo davanti al Teatro Alfieri e mi guardo a destra per osservare la fontana Angelica dove, come spesso succede, qualche turista si fa una foto. Attraverso in Via Cernaia ed entro in Via Pietro Micca, uno degli eroi delle battaglie contro i francesi del Re Sole, Luigi XIV. Sconfitti e respinti grazie all’esercito del Duca Amedeo II ed il Principe Eugenio in una serie di battaglie che segnarono la nostra città contribuendo a trasformarla. Era il 1706 quando la vittoria arrivò e da lì a pochi anni il Duca di Savoia, Amedeo II, mantenne il suo impegno verso la Madonna delle Grazie e fece costruire la splendida Basilica di Superga dall’ormai famoso architetto Filippo Juvarra.
Perdendomi in questi pensieri e rievocando nella mia mente le battaglie combattute intorno alle fortificazioni di Torino giro in una piccola strada, intravedendo alcuni vicoli più stretti. Supero via Barbaroux ed arrivo in piazza Palazzo di Città, dove scorgo la statua dedicata al Conte Verde. Vedo una vetrina nell’angolo della piazza dove sono esposti alcuni prodotti che riconosco subito: un posacenere Cohiba, scatole di sigari ed accessori come taglia sigari o accendini. Decido di entrare. Scorgo un armadio di Habanos con qualche referenza. Per lo più piccoli sigari, gli immancabili Romeo & Julieta n° 1, dei Quintero ma l’occhio mi cade su una scatola di Partagas D4. Chiedo se posso guardarli e la signora mi dice di aprire senza problemi l’armadio. Giro la chiave, afferro subito la scatola e la alzo guardando sotto il Cuño: anno 2020. Bene, non è facile trovare sigari così venduti e diffusi più vecchi di qualche mese. Controllo lo stato di conservazione dei sigari e l’igrometro dell’armadio. Tutto regolare, sigari morbidi e profumati. Ne afferro uno e lo pago. Un paio di euro in più con l’ultimo aumento, ma per un Robusto così iconico non bado a spese. Esco felice e mi siedo in piazzetta, ordinando un caffè ed un bicchiere d’acqua. Taglio il sigaro, lo accendo, con tutta la calma e la serenità che riesco a trovare. Faccio un paio di puff, ottimo. Sigaro perfetto, aromatico e con le tipiche note di Partagas che mi arrivano subito in bocca e nel naso. La capa è scura, oleosa, la cenere è bianca, compatta. La combustione procede regolare; il D4 mi tiene compagnia mentre decido di alzarmi e provare a mangiare in uno dei locali che ho intravisto camminando fino a qui. Diversi ristorantini si affacciano nella contrada dei Guardinfanti, decido di sceglierne uno dopo aver consultato il menù all’esterno. Ordino subito piatti “poco estivi”: tajarin allo zafferano, zucchine e ricotta salata, funghi fritti e del Barbera della casa. Continuo a fumare mentre pasteggio lentamente, assaporando alcuni dei sapori tipici di questa terra e godendomi l’ombra di queste stradine. Ascolto un po’ il vociare della gente che passa, un po’ di musica in cuffia ed infine concludo il pranzo con un buon caffè. Il sigaro è intanto finito e mi ha lasciato una bocca piacevolmente impregnata di aromi legnosi. Durante la fumata il sigaro ha accresciuto la sua forza e la paletta aromatica si è arricchita. Esistono diverse scuole di pensiero sul “Fumare mentre mangio”; alcuni sostengono questa abitudine, altri la detestano. Io non ho particolari preclusioni e quando capita una situazione come questa, non me ne privo. In questo caso l’abbinamento con il primo piatto, i gustosissimi funghi ed il vino hanno creato un perfetto complesso aromatico che mi ha appagato.
Ho tralasciato un dettaglio fondamentale: non appena ho potuto, sono tornato nella tabaccheria ed ho comprato il resto della scatola. Seguo una vecchia regola: “se trovi un sigaro che ti piace, precipitati a prendere la scatola, non ti pentirai”.