La dieta di Chesterton per mantenersi sani (e non in forma)
Carne, ogni giorno
“Quelli che non partono dal fine corporeo delle cose sono degli insolenti. Ogni anima umana deve provare su se stessa la gigante umiltà dell’Incarnazione. Ogni uomo deve vestirsi della carne per poter incontrare l’umanità”. (da Cosa c’è di sbagliato nel mondo)
Ridurre/abolire le verdure
“Perchè i vegerariani danno ai loro piatti un nome, e anche un aspetto, che ricorda la carne? E’ come se noi carnivori chiamassimo la cotoletta ‘foglie d’albero’ “. (da Onestà vegetariana, in Illustrated London News, 4 dicembre 1909).
Per Chersterton il “pensatore vegetariano” non è l’uomo a cui piacciono le verdure, bensì l’uomo che mangia le verdure perchè vuole privarsi di tutto il resto.
“Se andate a pranzo con un milionario astemio e sobrio, vedrete che egli […] non rinuncerà alla posateria d’argento, ma rinuncerà alla carne; perchè i poveri sono ghiotti della carne… quando possono averla. Egli rinuncia alla cose più semplici e più comuni: al manzo, alla birra, al sonno, perchè questi piaceri gli ricordano che egli è solo un uomo”. (da L’osteria volante)
Non formaggio, ma ogni tipo di formaggio
Le buone abitudini sono universali e varie, quelle cattive sono universali ma uniformi.
“Una volta compii un viaggio talmente singolare e perfino assurdo quanto a itinerario che per quattro giorni successivi dovetti far colazione in quattro locande in quattro diverse contee. E in ognuna di quelle locande non avevano se non pane e formaggio: c’era un certo formaggio dello Yorkshire, un particolare formaggio nel Cheshire e così via. Orbene è proprio qui che la vera civiltà poetica differisce dalla cività meschina che oggi ci tieni schiavi. […]. La cività buona si dilata liberamente sul nostro capo come un albero, vario ed elastico perchè vivente, ma cività cattiva incombe su di noi come un ombrello, in forma artificiale e matematica; non è soltato universale, ma anche uniforme”. (da Il formaggio, in La nonna del drago e altre serissime storie)
Sale a volontà
“Il santo è un farmaco perchè è un antidoto. ‘Voi siete il sale della terra’, il sale condisce e conserva la carne, non perchè è simile a essa, ma perchè è molto diverso. Cristo non ha detto ai suoi Apostoli che erano solo persone eccezionali, costantemente fuori dalla norma e incompatibli con la norma”. (da San Tommaso).
Bere vino
La distinzione che separa il gusto del bere dalla dipendenza è molto semplice: un uomo beve per ringraziare, non per dimenticare.
“Bevi perchè sei felice, ma mai perchè sei infelice. Se ti senti miserabile senza bere, allora non bere mai o diventerai come quei tipi dal volto grigio che stanno attaccati alla bottiglia di gin; ma quando sai che saresti felice anche senza farlo, allora bevi e sarai come l’allegro contadino italiano, […] ‘il vino – dice la Bibbia – rende felice il cuore dell’uomo’, ma solo di quell’uomo che ha un cuore. Può essere spiritoso solo l’uomo che è spirituale“. (da Eretico)
Aggiungerei personalmente che la “dieta” del vino è la stessa che dovremmo utilizzare anche noi per il fumo.
Fumare per il piacere di essere felici, non consumare avidamente del tabacco solo perchè siamo trascinati dagli eventi negativi della vita.
Grazie Chesterston e grazie ai realizzatori della mostra sul grande scrittore vista e vissuta al Meeting di Rimini.