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Da Italo Svevo a Richard Klein

 

“(…) Il dottore al quale ne parlai mi disse d’iniziare il mio lavoro con un’analisi storica della mia propensione al fumo: “Scriva! Scriva! Vedrà come arriverà a vedersi intero”.
Credo che del fumo posso scrivere qui al mio tavolo senz’andare a sognare su quella poltrona. Non so come cominciare e invoco l’assistenza delle sigarette tutte quante tanto somiglianti a quella che ho in mano….”.
Nel 1923 Italo Svevo scriveva così del fumo nelle prime righe del terzo capitolo de “La coscienza di Zeno” , il romanzo più importante dello scrittore triestino e uno dei capolavori della letteratura italiana contemporanea. Zeno Cosini e la sua sigaretta, quella sigaretta che lui ritiene essere la causa dei suoi malesseri e di cui decide di liberarsi con propositi ogni volta diversi e sottolineati da una solenne “u.s.” (ultima sigaretta), sono i protagonisti di un viaggio nell’oscurità della psiche nella quale si riflettono complessi e vizi della società borghese dei primi del Novecento, le sue ipocrisie, i suoi conformismi e insieme la sua tortuosa voglia di vivere.
Quello che viene considerato “il primo romanzo psicoanalitico della nostra letteratura” attribuisce al fumo un ruolo da protagonista che, se ne fa il caso letterario più raffinato e significativamente più profondo, non rappresenta certo l’unico esempio di scritto in cui sigari, sigarette e pipe scandiscono i ritmi di un racconto. Lo stesso Svevo non si limitò al piacere di fumare di Zeno, ma nella raccolta “Del piacere e del vizio di fumare” riunì vari brani di diario e rari articoli di giornale, tutti incentrati, per l’appunto, sul vizio e sul piacere del fumo.

 

Fumo e letteratura hanno sempre avuto un legame stretto, un legame che, se non raccontato tra le righe dei romanzi, è magari gestualità privata degli scrittori, per alcuni dei quali il fumo è intimo confidente e compagno di riflessioni. E’ il caso, per esempio, di Andrea Pinketts, uno degli autori italiani più creativi e di successo nell’attuale panorama del giallo/noir nostrano. In una intervista rilasciata il gennaio scorso al Corriere della Sera, Pinketts confessa in questo modo, arguto e divertente, di non amare i cambiamenti: “…l’arrivo dell’euro, il mio nuovo cellulare…. e la legge Sirchia li ho visti e li vedo come il fumo negli occhi. Peggio, senza il fumo negli occhi. Per scrivere i miei romanzi necessito di elementi irrinunciabili. Un foglio bianco, una Montblanc…, un bar sul genere garibaldino…, birra e sigari. Non so come sarà la mia prosa dal dieci gennaio. Per un fumatore incallito, con le dovute proporzioni, un undici settembre… Cosa farò da domani? Farò la resistenza… ”.
Così, in libreria non è insolito imbattersi in titoli, più o meno fantasiosi, che introducono a descrizioni di sigari e sigarette che nulla hanno a che fare con saggi di medicina o manuali più o meno convincenti sulle regole per il mantenimento della buona salute, ma che indugiano sugli aspetti più “creativi” e ispiratori di questo piacere, oggi così contrastato. Un giro tra gli scaffali dei negozi di libri ci farà scoprire i nomi di autori noti e meno noti che, pur se con motivazioni diverse, hanno fatto del fumo la loro musa.

[filefield-onlyname-original]Di Georges Simenon è “La pipa di Maigret”, una raccolta di quattro racconti in cui proprio la pipa del commissario francese gioca un ruolo fondamentale nella soluzione di altrettanti casi risolti da uno dei più celebri investigatori della letteratura: di tutt’altro genere è “Storia di un successo bestiale” di Marina Mander, un volume che raccoglie il materiale esposto nel Museo della Pubblicità di Parigi, che nel 1992 ha dedicato una retrospettiva nientemeno che a “Old Joe”, il leggendario cammello di un altrettanto famoso pacchetto di sigarette. Altrettanto interessante e curioso è “L’arte di fumare. La pipa negli ex-libris” definito un “duplice atto d’amore, nei confronti degli ex-libris e nei confronti della pipa”, del suo autore Remo Palmirani; un libro che parla di due passioni ugualmente intense, fatte di piaceri sottili dove l’occhio, il tatto, l’olfatto e il gusto vengono coinvolti in maniera diversa,ma sempre importante. E sempre alla pipa è dedicato “L’arte e il piacere di fumare la pipa” di Baldo Peroni, nel quale i piccoli segreti di un fumatore vengono svelati a chi fuma (e anche a chi non fuma) per aiutare a trarne le più piacevoli sensazioni.

 

[filefield-onlyname-original]Un pacchetto di sigarette segna invece l’inizio di una originale storia d’amore raccontata da Tom Robbins nel romanzo “Natura morta con picchio”, ma è Richard Klein, con “Seduzione della sigaretta”, che rende quest’ultima una vera protagonista, indagando l’autore, con sguardo provocatorio, sulla sua storia letteraria, filosofica e culturale. Klein non esita a mettere a nudo il credo corrente e affetto da atteggiamenti moraleggianti contro la sigaretta, così come prende di mira tanto i governi che sovvenzionano il tabacco quanto le campagne di dissuasione dal fumo.
Surreale e originale nella sua trama è il racconto di Christopher Buckley “Si prega di fumare” di cui è protagonista il portavoce dell’industria del tabacco. Costretto a combattere contro un drappello di agguerriti nemici “istituzionali”, cade vittima di un delirante attentato: rapito, gli viene applicata una corazza di cerotti antifumo, la cui lenta ma regolare emissione di nicotina gli provoca infine un collasso quasi mortale.
Assolutamente controcorrente suona il titolo del libro di Steven Milloy “Fuma pure scienza senza senso”. In esso vengono illustrate le tappe da compiere per scoprire un rischio, dimostrarne l’esistenza, confezionarlo e venderlo, così da mettere in luce il meccanismo che scatena allarmismo per rischi qualche volta anche esagerati. Di tutt’altro tono è “Elogio del fumo”: con esso, Anne Francois non invita al proselitismo, in realtà sono la sua autoironia, il suo stile, il gusto tutto particolare per la parole che rischiano di fare adepti.

 

Graficamente e artisticamente rilevante è poi “Profumo di fumo”, una vera e propria celebrazione del fumo in più di cento fotografie tratte da campagne pubblicitarie di diverse epoche, e in tantissime riproduzioni di opere d’arte in cui pipe, sigari, sigarette e tabacco svettano protagonisti. Una raccolta di immagini firmate da grandi maestri della fotografia è invece la pubblicazione “Ritratti di fumo”.
Un occhio, o meglio un assaggio, al gusto vengono offerti da una serie di pubblicazioni dedicate al sigaro, compagno ideale di ottimi vini: segnaliamo “Il Toscano nel bicchiere” di Fabrizio Bianchi, in cui vengono descritte tutte le tecniche di degustazione per abbinare il sigaro Toscano a vari tipi di vino.

 

 

Fonte: TuttoTabacco