Lui, insieme a Tolkien (Il Signore degli Anelli), a Williams e agli altri docenti universitari inglesi. Li vedi fumare pipa e bere birra nella stanza del Magdalen College di Oxford oppure al pub Eagle and Child, a St Giles, sempre ad Oxford. Li vedi intenti a scherzare, a raccontarsi le ultime storie scritte, a immaginare un mondo migliore. Sono loro, sono gli Inklings, quelli che giocano con l’inchiostro…
In questo luogo, in questo clima, nascono gli Hobbit di Tolkien e le Cronache di Narnia di Lewis.
Con il 3 D entri all’interno dello spettacolo, ne diventi parte, ti sembra di affogare nel mare perduto, o di trovarti a bordo del drakkar vichingo, di partecipare alle battaglie, di essere sfiorato dal drago dalle fauci infiammate…di essere in un mondo dove la Provvidenza è sempre presente. E ti sembra anche di vederlo, l’autore delle sette cronache di Narnia: Lewis. Lui, insieme a Tolkien (Il Signore degli Anelli), a Williams e agli altri docenti universitari inglesi. Li vedi fumare pipa e bere birra nella stanza del Magdalen College di Oxford oppure al pub Eagle and Child, a St Giles, sempre ad Oxford. Li vedi intenti a scherzare, a raccontarsi le ultime storie scritte, a immaginare un mondo migliore. Sono loro, sono gli Inklings, quelli che giocano con l’inchiostro…
In questo luogo, in questo clima, nascono gli Hobbit di Tolkien e le Cronache di Narnia di Lewis.
Ieri al Super8 di Campiglione di Fermo c’erano tanti bambini a vedere l’ultimo capito delle Cronache, Il Viaggio del veliero. Ma c’erano anche molti adulti. Perché il film è per tutti, a tutti parla un linguaggio universale, che è quello dell’amicizia e della Compagnia. L’essere insieme per sostenersi, riscattarsi, raggiungere un obiettivo. Altrimenti si cade. Eppure, anche stando insieme, come stettero insieme i Sette Lord, che volevano sconfiggere il male, si rischia di cadere se non c’è una presenza benevola che aiuta e da’ speranza. Ecco: speranza, ma non illusione, certezza invece dell’esistenza di qualcosa di bene per ognuno. Come bene è il regno di Aslan, il grande leone…
La storia narra della piccola Lucy, di suo fratello Edmund e del loro indigesto cugino Eustace. I due fratelli Pevensie sono sfollati da Londra nella casa degli zii, è in corso la II Guerra Mondiale. I fratelli maggiori sono negli Stati Uniti. Un giorno di scontentezza e di dispetti, da un quadro che rappresenta un veliero, su una parete della loro camera, inizia a uscire acqua, sempre più acqua, fin quasi a soffocarli. Quando riemergono si trovano dinanzi ad un drakkar con le bandiere di Aslan. A bordo ci sono il Principe Caspian e l’avventuroso topo Ripicì. I giovani vengono tratti in salvo e il re racconta loro del suo viaggio per conoscere cosa sia accaduto a sette nobiluomini partiti da Narnia per esplorare il mare e arrivare alle terre di Aslan. Il viaggio sarà lungo, travagliato, avventuroso, pieno di insidie e di incognite, ma anche di… segni, sino a raggiungere il confine con le terre sconosciute, dove ancora una volta incontreranno il Signore di Narnia.
Come sempre Lewis usa l’allegoria per uno scopo didattico senza nascondere “la profonda impronta cristiana”. Prima di combattere le tenebre esterne, occorre battere quelle interne, dice un suo protagonista. E’ la sostanza del messaggio: il vero nemico innanzitutto sta dentro di noi e in noi vive quel pregiudizio “che impedisce di seguire il bene”. Eppure, nonostante ciò, gli amici che ci sono testimoni e la presenza invisibile ma incontrovertibile di Aslan, che conosce il cuore di tutti, sostiene l’umana avventura e la personale “cerca del Graal”.
Fonte: Informazione.tv