Il caffè perfetto con la moka: pulizia della caffettiera
Nonostante negli ultimi anni al suo uso si sia affiancato in modo via via più massiccio quello delle macchine espresso, a capsule o a cialde che siano, la moka, inventata da Arturo Bialetti nel 1933, è indubbiamente lo strumento di estrazione tuttora più diffuso in Italia. L’uso di questa caffettiera viene dato per scontato dalla maggior parte dei consumatori, ma in realtà nei decenni sono fioriti tutta una serie di miti duri a morire, molto spesso sbagliati. Il risultato è che molti di noi bevono quotidianamente caffè bruciato, oppure sovra o sottoestratto, quando non contaminato. Partiamo da quest’ultimo caso.
Molti sono convinti che la moka non vada mai lavata col detersivo, o addirittura che non vada lavata affatto. In realtà questo è un errore: la moka va sciacquata bene con acqua corrente dopo ogni uso, magari adoperando una spugna dedicata, e facendo attenzione a rimuovere ogni residuo. Se questo non viene fatto, i residui irrancidiscono contaminando così il caffè. Va da sé che non vanno utilizzati semplici detersivi per piatti, questo per evitare che il deodorante che contengono lasci traccia di sé. Almeno una volta alla settimana, occorre una pulizia più profonda: si possono adoperare sgrassanti neutri, oppure acqua e bicarbonato, avendo cura di sciacquare molto bene e magari facendo un paio di cariche a vuoto, cioè facendo salire l’acqua senza mettere caffè nel filtro. Dopo ogni operazione di pulizia, che sia quella quotidiana o quella periodica, è estremamente importante asciugare bene ogni parte della caffettiera per evitare la formazione di muffe che, di nuovo, contaminerebbero il caffè. Da ultimo, una volta asciugato tutto, adopereremo uno spazzolino dedicato per rimuovere per bene ogni altro eventuale residuo, oltre che per tenere libero il filtro. Quest’ultimo, a proposito, di tanto in tanto andrebbe cambiato in ogni caso.
Adoperando queste accortezze, la qualità della nostra bevanda preferita sarà salvaguardata.