Cocktail & sigari; figli della stessa anima
Se fumare è l’arte del saper vivere e della meditazione, bere saporito è l’ingrediente essenziale per coronare questo momento magico che l’uomo si concede.
La birra, il vino d’uva e di altri frutti, il kefir di latte e comunque tutto ciò che contenga zuccheri semplici o da svolgere è fermentescibile.
Non sufficiente il fermentato originario, si è passati alle miscele fra gli stessi, ad invecchiamenti ed aggiunte di altre sostanze, alle distillazioni ed ai blending.
Fra i tanti liquidi aromatici che l’uomo nella sua lunga storia ha confezionato c’è il cocktail, nato circa 200 anni fa negli Stati Uniti e diventato icona mondiale dell’arte del socializzare.
Ma la data certifica la nascita del nome e del modo, perché già i romani usavano preparate cocktail per “aperire”, preparare lo stomaco alle libagioni, il “gustaticium” era vino che veniva consumato per aperitivo, addizionato di spezie e miele.
Ma sembra che già Ippocrate amasse condire i vini e i fermentati dell’epoca.
Fare e bere cocktail è insito nell’uomo, ognuno si prepara la sua miscela di liquidi più adatta alle sensazioni che vuole provare in quel istante, dalla correzione del caffé alla correzione del vino e dei distillati.
Il termine cocktail è citato pubblicamente per la prima volta negli Stati Uniti nel giornale the Balance and Columbian Repository il 16 maggio 1806 che ne dava la seguente definizione: « Cocktail” is a stimulating liquor composed of spirits of any kind, sugar, water, and bitters. » .
« Il “Cocktail” è una bevanda stimolante, composta di diverse sostanze alcoliche alle quali è aggiunto dello zucchero, dell’acqua e dell’amaro. »
Il primo libro di cocktail scritto da un barman è del 1862: How to Mix Drinks; or, The Bon Vivant’s Companion, del professor Jerry Thomas.
Quello che emerge dal libro del primo barman conclamato della storia è che definisce il cocktail il compagno di chi sa ben vivere.
Oltre alla lista delle solite bevande con mix di liquori, vi erano scritte 10 ricette che erano chiamate “Cocktails“.
Durante il Proibizionismo negli Stati Uniti (1919-1933), quando il consumo di alcool era illegale, i cocktail erano comunque bevuti negli “speakeasies”.
Durante questo periodo la qualità dei liquori era scadente rispetto ai periodi precedenti, per questo motivo i bartender tendevano a mescolare i liquori con altri ingredienti. Proprio durante questo periodo si fanno risalire le prime vere raccolte di ricette per cocktail dell’era moderna, soprattutto in Europa, perché molti degli antesignani dei barman si trasferirono in Europa per poter continuare a svolgere il loro lavoro: come Herry Mc Halone di cui parleremo prossimamente.
Fatta una prefazione sulla nascita naturale del bere miscelato valutiamo la possibilità di abbinamento delle bevande miscelate con il mondo dei sigari.
E’ proprio durante il periodo del proibizionismo americano che si alimentarono i viaggi nei Caraibi e soprattutto nella vicina Cuba, 92 miglia separano la Florida dall’isola, era perciò facile raggiungere il paese del bengodi.
Fu in quegli anni che il mondo del cocktail, culturalmente legato alla vacanza, al convivio e al relax, incontra il sigaro.
Attori, industriali, politici, vip frequentano la capitale dell’isola Stato e si rendono artefici della nascita di grandi drink come il mojito alla bodeguita del medio e il daiquiri al floridita quasi sempre abbinati a splendidi puros.
Un abbinamento ideale non è sostenibile, sia per la mia repulsione alle forzature dialettiche sia per la complessità delle situazioni che influiscono nella degustazione degli elementi.
Un tentativo però si può fare mentre state leggendo in assoluto relax: accendete un sigaro (quello che ritenete adatto in quel momento), della buona musica di sottofondo e se trovate un bar dove si fuma e un barman (ambedue “estinti”), vi fate fare un daiquiri, altrimenti cominciate a prepararvi il drink con la seguente antica ricetta: tre dosi di forte (rum), due di aspro (succo di lime), una di dolce (zucchero) con molto ghiaccio, shakerate e versate filtrandolo in una coppa e egoisticamente godete!
Cordialità
Stefano renzetti