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La cultura della condivisione fine a sé stessa per il piacere di poter dialogare e imparare da altri è una merce rara.


Una merce che troppo spesso viene travisata o su cui si specula molto facilmente, verbalmente e lucrosamente. Quello che Il Circolo dell’Ora Elegante vuole fare è far si che questa merce rara diventi la moneta sonante di un gruppo di persone appassionate, con cui pagare lo spazio, il tempo e il silenzio che si vuole acquistare e consumare insieme.


Questo trittico, amato e definito da Thierry Paquot nel suo Elogio del Lusso, sta alla base non solo della nuova concezione dello stesso inteso come riappropriarsi del giusto tempo, del proprio spazio sempre invaso e del silenzio che oramai è identificato, forse, soltanto nella montagna più alta, ma è anche essenziale per la voracità esistenziale di alcune anime, di alcune affinità che vogliono sostenersi a vicenda e sostenere un tipo di percorso di vita costituito dal piacere della ricerca della bellezza e dei suoi insegnamenti, senza perdere il contatto con la realtà circostante e lo Spirito del Tempo.


Per poterlo fare si deve avere un alto valore etico e una poliedricità umana fuori dal comune, un senso quasi civico di conservazione del gusto e della tradizione, rispettando morfologie sociali e fisiche, tecnologie, sistemi sociali, riversando come alchimisti, in esse  questi valori e sottraendo gli elementi non consoni o impuri,  pur rispettando chi sceglie di mantenerli. Insomma rendendosi veramente uomini di mondo, non soltanto vestendosi di questo titolo, si può giungere a un pieno apprezzamento della Bellezza e a una vera, profonda immersione nel concetto del Lusso, edulcorato da tutti i fronzoli griffati, patinati, anacronistici di cui è stato sporcato negli anni.


In questo cappello iniziale c’è, in modo molto metaforico, il cuore del corpo de Il Circolo dell’Ora Elegante, che è nato grazie alle chiacchiere e all’amicizia con il maestro calzolaio Antonio Pio Mele e la nostra redazione, un corpo che lentamente sta prendendo confidenza con gli arti fatti degli associati, con i polmoni costituiti dall’aria appassionata degli artigiani, che guarda con occhi nuovi e molteplici il mondo e le sue sfaccettature. Un corpo che si sta costruendo lentamente e che vuole diventare un punto di riferimento per chi volesse davvero ritrovarsi in modo sincero con altre persone che hanno la stessa visione e lo stesso moto infuocato verso la propria vita e le proprie scelte. Uomini e donne che vorrebbero passare del tempo insieme, per parlare di libri, cibo, distillati, sartoria, cinema ma anche solo per fumare sapendo di avere un compagno di avventura, un’anima della stessa pasta.parliamo di un Movimento, di una corrente filosofica, di un genere musicale, di qualcosa che si erge e si immerge nei colori del mondo causando interdizione o stupore.


Il circolo non ha ancora uno statuto ufficiale, per ora, ma si sta muovendo per avere nell’anno un valore riconosciuto.