Le istruzioni contenute in questo breve tutorial appariranno scontate a molti fumatori di vecchia data: un tempo, d’altro canto, l’approccio al sigaro toscano era meno ritualistico di quanto lo sia oggi, magari anche più grezzo, ma di certo più efficace. Non ci si perdeva in quisquilie, insomma.
La costruzione dei sigari meno curata e il ripieno di pezzatura più grossa rispetto a oggi sono solo due dei motivi per cui, fino a non molti anni fa, imbattersi in sigari che non tiravano era molto comune.
Di recente, chiacchierando con alcuni amici, mi sono reso conto del fatto che, a volte, per i giovani fumatori un sigaro che non tira è un ostacolo insormontabile: molti di questi, appurato il difetto, arrivano persino a buttarlo via, per poi sfogare la propria frustrazione su Facebook o sui forum.
Fortunatamente, altri risolvono fumandolo in pipa…
Quando iniziai a fumare, nel 1998 e non cinquant’anni fa, il mio tabaccaio di periferia mi spiegò poche cose: come conservare i toscani (in luogo fresco e asciutto), come spezzarli con le dita e come bucarli nel caso in cui fossero tappati. Ebbene, spiegare come comportarsi in caso di cattivo tiraggio può forse essere utile a qualcuno.
Cominciamo col dire che, talvolta, il responsabile del cattivo tiraggio non è il toscano, ma il fumatore: conservare i sigari a umidità troppo elevate, infatti, può farne dilatare il ripieno e tapparli. In questo caso, sarà sufficiente farli asciugare un po’. Un tempo si diceva (e così fu detto a me) che il toscano deve canticchiare all’orecchio: insomma, rigirando il sigaro tra le dita si dovrebbe udire un leggero scricchiolio, a testimonianza dell’umidità non eccessiva. Un leggero scricchiolio, eh, non il coro della Nona di Beethoven…
In ogni modo, che fare se il sigaro risulta inesorabilmente tappato? Può capitare tanto coi toscani fatti a macchina quanto con quelli fatti a mano, ma accade più di frequente coi secondi. Spesso si dice di provare a cimare il sigaro, ovvero tagliarne una porzione col tagliasigari, ma, soprattutto se non si fuma la pipa, questo è uno spreco di buon tabacco.
Allora è meglio bucare il toscano tappato.
Come? Beh, ho fatto anche delle foto, come in ogni tutorial che si rispetti. Quando mi capita di dover fare questa operazione, ormai piuttosto di rado, uso la punta di un curapipe. Va da sé che andrà bene qualsiasi oggetto affine.
Occorre semplicemente forare la testa del sigaro con una punta, nulla di più. Si usi solo l’accortezza di tenere il corpo del sigaro ben saldo tra le dita, per evitare che si spezzi, e si faccia attenzione a non danneggiare la fascia, bucandola e pregiudicando la fumata. Per la verità, anche in caso di fascia bucata la soluzione ci sarebbe, ma ne parleremo magari in futuro.
Il più delle volte, una sola foratura basta a risolvere il problema: nel caso in cui il tiraggio non ci soddisfi ancora, nulla vieta di praticarne una seconda o, addirittura, una terza. Questa operazione è applicabile anche ai toscani interi, senza doverli ammezzare: sarà sufficiente procedere prima da una punta, poi dall’altra. È sconsigliabile usare una punta troppo lunga perché sarà più complesso evitare di bucare la fascia. Se, nel corso della fumata, il sigaro dovesse nuovamente tapparsi, beh, basterà bucarlo ancora, ma a me sarà successo due o tre volte in tanti anni di fumate.
In compenso, non ho mai buttato un toscano che non tirasse in vita mia, e non scherzo.