Le movenze del degustare del sigaro sono tipiche di un esperto, ha cura del manufatto che ha tra le mani, è accorto in ogni gesto per approcciarsi nella miniera più attenta e maniacale verso la fumata che sta per affrontare.
Li avete mai notati?
L’avete mai fatto?
…mi avete mai visto fare il fighetto durante una degustazione?
No?! Ebbene, vi siete persi qualcosa!
Il mio sguardo è particolarmente concentrato e assorto in meditazione.
Il momento della degustazione comincia così:
con sguardo da vero conoscitore della materia si guarda il box dei sigari, si sfiora i contenuti e si sceglie un manufatto.
Una volta preso in mano lo accarezziamo per verificare la qualità della fascia, lo annusiamo dal piede per scorgere già i primi profumi del tabacco. S’intende che il sigaro va maneggiato rigorosamente col mignolo alzato: questo gesto ha un profondo significato esoterico, dunque taccio sul suo significato.
Poi alziamo un po’ le sopracciglia per lo stupore… per non so quale profumo riconosciuto.
Arriva il momento del taglio, la parte più delicata in cui ci sentiamo tutti dei primari chirurghi.
Il taglio deve essere preciso, alla giusta altezza e netto… TAC! Fatto!
Guardiamo la testa del sigaro con soddisfazione per la sezione appena asportata.
Ora passiamo all’accensione, e qui ci trasformiamo da chirurgo a master chef che deve cucinare lentamente e preparare il braciere.
Con un accendino jet-flame da 99 fiamme e mezzo si comincia pian piano a riscaldare il sigaro facendolo ruotare sul suo asse, ogni tanto diamo un piccolo soffio per controllare la corona dell’accensione e ci prepariamo al primo puff.
E qui parte la supercazzola!
Primo puff, occhi sgranati, impercettibile inarcarsi delle labbra, sguardo al cielo per un istante soltanto, cenno con la testa in segno di affermazione, si guarda ancora il sigaro come per dire “e sti cazzi!” e poi si comincia a snocciolare termini da vero degustatore: “che aromi corposi, che sapidità, che fumata rotonda, ottima persistenza!”.
Di solito, il confronto dialettico con i compagni di fumata dura quanto la fumata stessa: alla fine, ne resterà soltanto uno, ovvero quello che l’avrà sparata più grossa e con la migliore proprietà di linguaggio. A questo scopo, sono molto utili i testi degli appassionati di vini: fanno questo gioco da molto più tempo e abbiamo molto da imparare da loro.
Ma il sigaro… che pensa di tutta questa pugnetta?!
Ripetiamo quanto descritto prima, ma dal punto di vista del sigaro, come se fosse senziente.
Il sigaro si trova stretto stretto con altri colleghi dentro un box di legno discretamente costruito.
Qualcuno, senza permesso, apre la confezione e comincia a far mettere la mani dentro a tutti, cani e porci, palpeggiando lui e i suoi compagni di sventure senza un minimo di igiene.
Si sente prima accarezzare, tastare e poi, da perfetto feticista, qualcuno mette il suo piede nel naso! Bello, sì… eccitante direi!
Da qui si passa al taglio della testa in stile Rambo, senza pietà e preavviso.
Soprassediamo alla tortura dell’accensione, con fiamma a temperatura allucinante e cottura lenta.
Dopo di che deve ascoltare tutti discorsi di aromi, profumi e gusti per una buona ora di fumata.
Sinceramente il sigaro l’aroma di cacao, caffè, legno, noce, brodo di pollo e pelo di Chewbecca non lo sente… sa di essere fatto di solo tabacco! Al massimo qualcuno può riconoscere il naturale sapore di concime che il bue ha rilasciato nel campo di tabacco…
Muore così, trovando finalmente pace, il povero sigaro nel posacenere.
Bene, ora torniamo seri se ce la facciamo.
Non voglio screditare chi scrive recensioni sui sigari, anche perché faccio pure io parte del gruppo!
La difficoltà di scrivere certi contenuti sta soprattutto nel fatto che voi lettori volete conoscere le qualità organolettiche di un sigaro (giustamente): ognuno di noi sentirà aromi variegati e diversi, ma riportarli tutti è un semplice esercizio di stile, che andrebbe evitato o limitato. Ogni fumatore riconosce solo gli aromi che ha nella propria memoria olfattiva.
Nei miei scritti cerco di elencare i sentori più evidenti, almeno per me.
Il resto lo lascio a voi quando fumate.
Buona fumata e buon divertimento!
Astenersi dalla lettura permalosi e gente troppo seria.
Foto di Eddy Blondey da Pixabay