Introduzione all’hobby del Blending: come miscelare tabacchi in casa
Probabilmente tutti i fumatori di pipa, almeno una volta nella vita, hanno provato a miscelare il tabacco per soddisfare i propri personalissimi gusti, per evitare di buttar via mixture poco gradite o, magari, per acquisire maggior consapevolezza di ció che fumano. Tentare di ottenere buone miscele da pipa, partendo da tabacchi singoli, è tutto sommato fattibile, purché si seguano alcune regolette basilari e non ci si prenda troppo sul serio: d’altro canto, acquisire dimestichezza con le diverse varietà di tabacco non è semplice, senza contare che per ognuna di esse ci sono circa un centinaio di gradi. Ci vogliono molti anni di esperienza per indagare le qualità di combustione e gusto di ciascun ingrediente: un blender professionista deve essere in grado di prevedere come ogni singolo tabacco si comporterà se abbinato ad un altro, come gli aromi si amalgameranno e via discorrendo. Il tutto è ulteriormente complicato dal fatto che non esiste alcun testo di riferimento o, tanto meno, corsi dedicati a quest’arte.
Per fortuna, noi non puntiamo a rivaleggiare con i professionisti! Ci basta giocare un poco con le nostre foglie preferite: un obiettivo tutto sommato poco ambizioso, ma praticamente alla portata di tutti.
Purtroppo, la legislazione italiana é nemica di questo hobby: è piuttosto complicato reperire tabacchi puri in Italia ed è del tutto illegale mettersi a lavorare i raw. L’unico modo per procurarsi la materia prima, trinciati già conciati e stabilizzati, è recarsi all’estero di persona (l’acquisto online è parimenti vietato): uno dei paesi in cui è più semplice comprare tabacchi per il blending è senz’altro la Svizzera, ma anche in Germania si trovano buone referenze (ad es. i Torben Dansk da blending di Dan Tobacco). Molti anni addietro, in Italia si vendevano i Personal Pipe, ma sono scomparsi già da tempo. In altri paesi è possibile acquistare raw (in leaf o in strips) e partire da zero nella produzione delle proprie miscele, ma consoliamoci: adoperare tabacchi lavorati ha anche i suoi vantaggi. Lavorando con trinciati già processati e stabilizzati, infatti, eviteremo problematiche quali variazioni di gusto e l’insorgere di muffe, visto che i prodotti in commercio sono già addizionati di antimicotici, umettanti, ecc. Insomma, una volta risolto il problema dell’approvvigionamento, possiamo senza indugio cominciare a divertirci!
Prima di tutto, sarà opportuno individuare quali varietà adoperare: andiamo dunque ad elencare quelle più utilizzate, nonché diffuse e reperibili. S’intende che questo non é di certo un elenco esaustivo: ci serve solo per individuare alcuni punti di riferimento.
1. Partiamo dai Virginia (flue cured). Sono tabacchi dolci che, fumati straight, tendono a bruciare rapidamente e, a causa dell’elevato tenore di zuccheri, possono essere talvolta aggressivi in bocca. I gradi migliori hanno un colore giallo acceso. Il Virginia può fungere tanto da base quanto da comprimario, a seconda del risultato che vorremo ottenere. Qualora si voglia miscelare alla maniera inglese, utilizzandolo come unica base, occorrerà verificare che sia adatto ai nostri scopi: a seconda delle varietà e dei gradi, infatti, i Virginia risulteranno dolci, tostati e financo citrici e astringenti.
2. Veniamo ora al Burley (air cured), un tabacco molto utilizzato come base o, più raramente, come condimento o comprimario. In genere ha un gusto abbastanza neutro, lega bene con gli aromi e i migliori gradi hanno un colore dorato, tendente al ramato: si sposa con ogni altro tipo di tabacco e può giocare un ruolo primario o comprimario a seconda della quantità e della tipologia che scegliamo. Ricco di oli e povero di zuccheri, dona talvolta un gusto terroso: i gradi più pesanti sono i più gustosi e spesso caratterizzati da note speziate o di cacao.
3. Gli Orientali sono solitamente dolci, speziati e aromatici. Tuttavia, in questa categoria rientrano più di quaranta varietà diverse: le più diffuse sono Bashi Bagli, Basma, Drama, Dubeck, Izmir, Kavalla, Samsoun, Samsun, Smyrna, Xanthi, Xanthi e Yenidje. Sarà pertanto necessario studiare bene quello che si andrà a utilizzare, giacché fare un discorso generale è piuttosto complicato. In genere, sono tabacchi naturalmente aromatici adatti a correggere eventuali asperità del nostro blend, per addolcirlo o anche per dare una punta di aromaticità in più, ma possono anche caratterizzarlo notevolmente.
4. Del Latakia non credo sia necessario dire granché. Va usato come condimento in dosi non troppo elevate per non sbilanciare la miscela, essendo fortemente caratterizzante. Si può eventualmente attenuare adoperando Smyrne.
5. Il Perique è un altro tabacco condimento da usare in piccole quantità (al massimo 5 o 6%) e che dona note speziate e piccanti. Nel caso ne sfugga un po’ troppo, si può attenuare aggiungendo Burley. Quest’ultimo, puó essere adoperato anche per facilitare la combustione.
6. Il Cavendish non è un tabacco, bensì una lavorazione e il suo uso differirà notevolmente a seconda che utilizziamo un Cavendish di Burley, di Virginia, olandese, americano o inglese. Generalizzando un po’, se adoperato come condimento, conferirà dolcezza e aroma. Un Cavendish di Virginia scalderà poco, donerà personalità a una miscela e può fungere da base. Attenzione ai pressati olandesi o americani, spesso pesantemente aromatizzati: solitamente sono leggeri di corpo, ma molto dolci e si possono utilizzare, appunto, per alleggerire o addolcire. In caso di eccessi, si può al solito aggiungere del Burley come correttivo.
Prima di procedere alla formulazione della miscela e poi al blending vero e proprio, sarà buona norma testare i singoli tabacchi in purezza, magari adoperando una piccola pipa in gesso o in schiuma. Una volta deciso che tipo di mixture vogliamo ottenere, in termini di forza, corpo e aromi, passiamo alla stesura della ricetta. È sempre consigliabile buttar giù un progettino su carta, prima di cominciare a maneggiare i trinciati: questo consentirà di tener traccia dei tentativi e, magari, correggere alcune quantità in base ai risultati che si ottengono. Per ottenere una buona formula, è necessario prima di tutto scegliere il tabacco che fungerá da Base, cui affiancheremo un Comprimario ed, eventualmente, un Condimento. Si tenga presente che il ruolo di Base non dev’essere necessariamente giocato da un unico tabacco, se se possono adoperare anche due o piú, e che il Condimento non é indispensabile. Inoltre, può essere utile tenere a mente che Base + Base dà Base; Base + Comprimario può dare Base; raramente Comprimario + Comprimario dà Base; infine, Condimento + Condimento dà Condimento.
Tenendo a mente questa semplice regoletta (che, pur con tutti i suoi limiti, serve ad orientarsi), costruiamo la nostra ricetta in base alla conoscenza che abbiamo dei tabacchi che useremo: é sconsigliabile utilizzare ingredienti nuovi senza averli studiati per bene. Gli esempi che forniremo sono formulati in modo generico, valutando le caratteristiche usuali dei tabacchi citati. Va da sé che, a seconda delle varietà, delle tipologie e dei gradi utilizzati, le percentuali possono variare anche di molto.
Facciamo qualche esempio. Per ottenere un blend corposo, ma naturalmente dolce, misceleremo:
#1 – 50% Burley + 50% Virginia
#2 – 75% Burley + 25% Virginia
Queste due semplici ricette possono dare vita tanto a blend a se stanti, quanto a una Base per miscele più articolate. Nella #1, Burley e Virginia sono entrambi protagonisti: il primo dona corpo e il secondo dolcezza. Nella #2, il Virginia è in secondo piano, ma il concetto è il medesimo.
Ebbene, volendo si può utilizzare #1 come Base e, dunque, aggiungere un Comprimario e magari anche un Condimento, in questo modo:
90% #1 + 10% Orientali
80% #1 + 15% Orientali + 5% Latakia
80% #1 + 17% Orientali + 3% Perique
80% #1 + 15% Orientali + 3% Latakia + 2% Perique
Si noti che, nell’ultimo blend proposto, il Condimento è dato da Condimento + Condimento.
Allo stesso modo, #2 può essere sviluppata così:
90% #2 + 10% Orientali
80% #2 + 15% Orientali + 5% Latakia
80% #2 + 17% Orientali + 3% Perique
80% #2 + 15% Orientali + 3% Latakia + 2% Perique
Qualora si adoperi il solo Virginia, sarà opportuno aggiungere un Comprimario (gli Orientali sono ottimi candidati), anche se non mancano le miscele composte da Virginia + Condimento (si pensi al SG Commonwealth o al Saint James): tuttavia, non sempre i tabacchi puri disponibili sono in grado di sostenere la struttura aromatica di una mixture senza un Comprimario. Abbinando al Virginia un Comprimario e un Condimento (Latakia, Perique o una combinazione di entrambi), si otterranno classiche English Mixture:
80% Virginia + 15% Orientali + 5% Latakia
80% Virginia + 15% Orientali + 5% Perique
80% Virginia + 15% Orientali + 3% Latakia + 2% Perique
Queste sono poche regole base: chiaramente siamo ben lontani anche dal solo pensare di aver esaurito quest’argomento! Come si é detto, il nostro proposito è unicamente quello di fornire una guida, un orientamento diciamo, a chi voglia approcciarsi al blending come hobby, né queste indicazioni sono da applicare in modo rigido.
Non dimentichiamo di divertirci!
Una volta formulata la nostra ricetta in base ai tabacchi a nostra disposizione (che, lo ripetiamo ancora, dobbiamo conoscere bene), proseguiamo con la creazione di un prototipo. Procuriamoci una bilancia il più possibile precisa e pesiamo i componenti, prima di procedere con la miscelazione. Si abbia cura di lavorare su un piano ben pulito, magari adoperando una grande ciotola che agevoli la miscelazione, e indossiamo un paio di guanti. Anche se i tabacchi sono già trattati con antimicotici, infatti, il rischio muffa non è mai del tutto scongiurato. Sarebbe buona norma miscelare almeno un etto di tabacco per volta, per ovviare ad eventuali limiti delle nostre bilance. Si ponga molta attenzione a mescolare i componenti molto bene e si provveda a uniformarne il più possibile il taglio: qualora sia necessario umidificare, è meglio adoperare acqua distillata tiepida, magari vaporizzandola con un ferro da stiro. Una volta terminata la miscelazione, conviene mettere il trinciato in un recipiente pulito ed attendere qualche ora prima di assaggiarlo, per dare agli aromi il tempo di uniformarsi. Ogni blend ha i propri tempi di stagionatura: in generale, comunque, è consigliabile attendere almeno una ventina di giorni prima di valutare il risultato.
Qualora si voglia procedere con la creazione di un crumble cake, qui su Gusto Tabacco è disponibile una guida. In linea generale, la pressione agevolerà l’amalgamarsi degli aromi, abbreviando i tempi di stagionatura, e ne modificherá alcune caratteristiche. I migliori risultati si ottengono lasciando il tabacco in alta pressione almeno una settimana, seguita da un’altra settimana a pressione allentata. Tuttavia, i tempi possono variare a seconda dei tabacchi utilizzati.
Buon divertimento!