Potere calorifico superiore a girasole, colza e soia.
Possibile anche l’uso alimentare.
Dai semi di tabacco si può ricavare un olio che ha un potere calorifico superiore del 40% ai semi di piante che tradizionalmente sono usate a scopo energetico come il girasole, la colza e la soia. Questo è quanto risulta dalla ricerca del Professor Corrado Fogher, docente di genetica agraria alla sede piacentina dell’Università Cattolica. Gli studi hanno evidenziato che l’olio di tabacco brucia e produce energia con un potere calorifico superiore agli altri vegetali. Per ogni chilogrammo si possono ottenere circa 9.670 chilo calorie, mentre con le altre piante si arrivava a 8mila circa. Inoltre, la combustione non è inquinante poiché l’olio bruciato del tabacco ha molto meno zolfo rispetto agli altri. Mischiando i diversi tipi di pianta di tabacco si riescono a ottenere delle varietà che sono in grado di produrre, per ogni ettaro coltivato, qualcosa come 60 quintali di semi stessi. Il girasole, per esempio, produce una tonnellata sola di olio per ogni ettaro coltivato, mentre il tabacco ne produce il doppio e ha una resa energetica più alta. Ogni azienda agricola potrebbe, quindi, non solo autoalimentarsi e essere autonoma dal punto di vista energetico ma, addirittura rivendere energia. Il Professor Fogher e la sua equipe hanno ipotizzato la trasformazione dell’olio di tabacco, utilizzabile direttamente in caldaie e motori a scoppio, in biodiesel, ovvero in carburante per auto. Attualmente, per tale impiego, deve essere miscelato con i una percentuale di olio di palma, ma gli studi vanno avanti. Ma un’altra prospettiva sorprendente è l’uso dell’olio di tabacco a tavola, come condimento dietetico. E’ stato infatti anche scoperto che contiene una grande quantità di Omega 6, gli acidi grassi indispensabili all’organismo. Una bella rivincita, per una delle piante più “criticate” del nostro tempo.