Nei mesi caldi molti fumatori incontrano difficoltà nel coltivare la propria passione: certi fumatori di pipa si dedicano maggiormente al sigaro, cambiano tabacchi o mettono in campo altri accorgimenti; molti fumatori di sigaro, invece, diradano le proprie fumate, preferiscono moduli meno impegnativi o, ancora, sigari meno strutturati. Ogni fumatore escogita i propri stratagemmi… Molto spesso, soprattutto in città, l’umidità elevata da manforte al caldo nel minare il nostro godimento. Oltre a sfruttare i prodigi della climatizzazione, però, il fumatore di pipa può tentare di porre rimedio a questi disagi senza dover necessariamente rinunciare a fumare: si preferiranno, prima di tutto, pipe con cannelli e bocchini piú lunghi che permettono al fumo di raffreddarsi un poco di più, oppure pipe molto curve, per il medesimo motivo. Attenzione a queste ultime, però: se, da un lato, donano fumo più fresco, dall’altro talvolta producono più acquerugiola e se l’umidità atmosferica é elevata, beh, possono creare qualche grattacapo e costarci qualche scovolino in più.
Un altro accorgimento per far fronte alla calura é accantonare momentaneamente le pipe in radica, preferendo le pipe in pannocchia o in schiuma di mare. In effetti, molti le ritengono più fresche: francamente, io non ne comprendo il motivo, ma provando ad adoperarle ciascuno si farà la propria idea.
Le pipe lunghe, dicevo, sono preferibili, a prescindere dal materiale in cui sono costruite. Se poi sono anche leggere é ancora meglio: più comode tra i denti, consentiranno di tenere la pipa fissa in bocca, evitando di maneggiarla.. Stringere un fornello caldo tra le mani, infatti, dona tepore d’inverno, ma può essere piuttosto fastidioso d’estate. Molti fumatori, anche celebri, sostengono che le pipe ruvide – sabbiate o rusticate – siano preferibili nei mesi caldi in quanto dissiperebbero meglio il calore: a prescindere da questo, una pipa rugosa ha l’indubbio pregio di fornire una miglior presa in mano, nonostante il sudore. Pare che anche le pipe col cannello in bambu donino un fumo piú fresco sotto il solleone: non ne ho esperienza diretta, ma vale la pena provarle, fosse anche solo per il piacere di arricchire la propria collezione. Resta inteso che in estate le fumate molto lunghe possono stufare: preferiamo allora fornelli un poco meno capienti di quelli cui siamo abituati.
Cambiare tabacco, poi, può essere di aiuto con le alte temperature: i tabacchi naturali, tendenzialmente più secchi, possono anche compensare l’umidità atmosferica più elevata. Inoltre, avendo un tenore zuccherino più basso ed essendo meno addizionati di altri tabacchi, i buoni trinciati naturali saranno meno aggressivi per la lingua e le mucose orali, donando anche un fumo un po’ più fresco: si adoperi, però, l’accortezza di pressare il tabacco un poco di più del normale, per rallentare la combustione e, di nuovo, evitare surriscaldamenti. Se poi proprio non si amano questi trinciati, nulla vieta di continuare a bruciare Virginia o tabacchi con Latakia: per quanto concerne le E.M., ho sempre trovato sorprendente che un tabacco proveniente dal medio oriente e che deve il proprio nome a una città siriana – il Latakia appunto – sia sconsigliato col caldo: basterà cadenzare maggiormente le boccate e fumare più lentamente per poterne comunque godere. Se d’inverno il buon aroma affumicato del Latakia ci trasporterà con la mente nelle campagne inglesi, lo stesso profumo in estate ci porterà a vagheggiare di viaggi nel deserto e località più esotiche.
In fin dei conti, però, credo sia tutta una questione di abitudine: all’arrivo dei primi freddi, molti di noi rimpiangeranno le lunghe giornate estive, passate a fumare placidamente all’ombra di un albero o in riva al mare, sorridendo al ricordo di tutte queste difficoltà.