Ho finito da poco di leggere il libro Alce Nero – La sacra Pipa. Ne avevo scritto in un articolo e vi consiglio ancora l’acquisto perché vale la pena conoscere la profondità spirituale di un popolo che purtroppo sta scomparendo.
Tra le righe scritte da Alce Nero aiutato e J. Epes Brown viene fuori anche cosa fumavano gli indiani nella loro Sacra Pipa.
La pipa veniva considerata come parte stessa dell’Universo e così veniva affrontata la fumata: nel riempire la pipa tutto lo spazio (rappresentato dalle offerte al Creatore) e tutte le cose (rappresentato dai grani di tabacco) si concentrano in un unico punto, il fornello della pipa. Cosicché la stessa pipa contenga l’Universo intero. Ma se la pipa è l’Universo essa è anche l’uomo, e colui che carica la pipa dovrebbe identificarsi con essa, stabilendo in tal modo non solo il centro dell’Universo ma anche il proprio centro.
Ma che blend di tabacco usavano gli Indiani d’America per fumare la loro pipa?
La pipa veniva caricata con il kinnikinnik, o anche chiamato chanshasha, è un ingrediente della miscela che fumavano i Sioux: è la scorza interna ed essiccata dell’ontano rosso o del corniolo rosso, tipologie di alberi del nord America.
Essendo amara questa scorza è raro che venisse fumata da sola, di solito vi si aggiungeva una uguale dose di tabacco Arikara in corda, oltre ad una piccola percentuale di qualche radice o erba aromatica, spesso la radice della sweet ann o ierocloe.
Questi ingredienti vengono sempre mescolati ritualmente e con molta attenzione.
Credo che sia quasi impossibile sapere se qualche nativo americano riesca ancora ad ottenere la stessa miscela nella sua riserva dove è stato esiliato alcuni secoli fa…