Non scrivo molto spesso di accessori per fumatori e da un lato il mio è senz’altro è un errore, giacché accendere un sigaro senza accendino è arduo almeno quanto fumare un ottimo trinciato senza pipa, ma dall’altro questo dipende dal fatto che non sono un feticista dei gadget, sono insomma poco legato agli oggetti. D’altra parte, viviamo in un’epoca costellata di gadget: che si parli di smartphone, di auricolari o di ammennicoli tecnologici di altro tipo, è ormai diventato arduo uscire di casa senza un borsello, a maggior ragione se si è anche fumatori. Assai spesso, però, questi oggetti non sono davvero necessari e ce li portiamo dietro come fa Linus con la sua proverbiale coperta. Ho visto più d’uno indossare un orologio automatico al polso e tenere allacciato all’altro uno smartwatch: non mi si dica che non se ne può fare a meno, suvvia. Lo stesso discorso vale per i vari poggiasigaro, bocchini e via discorrendo.
A ogni modo, gli accendini non fan parte di questa categoria di oggetti e sono senz’altro accessori indispensabili. Forse è proprio per questo che, se scrivo di qualcosa che non sia tabacco, scrivo di accendini. L’ho fatto almeno un’altra volta, era marzo 2020: un’epoca che sembra ormai lontanissima e che forse davvero lo è, per quanto cronologicamente siano trascorsi appena tre anni. Ai tempi, scrissi degli S.T. Dupont Maxijet e ne scrissi gran bene giacché acquistarne uno fu senz’altro una decisione azzeccata. Dopo questo tempo trascorso in sua compagnia, anni in cui ho risparmiato un sacco di soldi che altrimenti avrei buttato acquistando paccottiglia di infima qualità e minima durata, posso anche bearmi della soddisfazione di aver fatto del bene all’ambiente, visto che ho evitato di sprecare un bel po’ di plastica.
Purtroppo, però, tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine e, dopo molte avventure, il mio povero Maxijet è passato a miglior vita, come si suol dire. Fuor di metafora, dopo averne testato la resistenza facendolo cadere un numero indefinito di volte, ho finito per scordarlo sul tavolino di un bar di Portofino e tanti saluti. L’elaborazione del lutto è durata fors’anche più del dovuto, visto che l’amico Daniele si è sentito in dovere di regalarmene un altro. Per la verità, l’occasione c’era, ma questo è un altro discorso e non serve dilungarsi a riguardo.
Sta di fatto che, un paio di settimane fa, ho ricevuto un pacchettino con all’interno una bella scatoletta bianca con su scritto S.T. Dupont… Con mia sorpresa, però, all’interno non c’era un Maxijet, bensì un S.T. Dupont Défi Extrême, arancione Lamborghini con finiture nero opaco. Lì per lì, son rimasto spiazzato perché mi è sembrato quasi che il contenuto non corrispondesse al contenitore… Nella mia testa, infatti, il brand S.T. Dupont è sinonimo di eleganza, o comunque di design ricercati e relativamente sobri (per quanto possano essere sobrie certe splendide lacche asiatiche). E invece mi sono ritrovato in mano quella che mi è parsa una versione da guerra del Maxijet che avevo imparato ad apprezzare. Dopo un iniziale momento di spaesamento, e soprattutto dopo averlo usato per un po’ di giorni, mi sono reso conto che la scelta di Daniele è stata molto più che azzeccata. D’altronde mi conosce bene…
Il Défi Extrême è sostanzialmente un accendino sportivo, adatto al trekking se vogliamo, progettato e realizzato per essere prima di tutto resistente, oltre che affidabile. Per cominciare, il serbatoio è più capiente di quello già ben più che adeguato del Maxijet. Inoltre, la finestra per aver sott’occhio il livello del gas è ancora più ampia e pratica, senza contare che la valvola per la regolazione dell’altezza della fiamma è decisamente più maneggevole. La fiamma è rigida e salda, come mi aspettavo, e svolge egregiamente il suo compito, nel mio caso accendere toscani, senza perdere un colpo. Il terminale di uscita, infine, è protetto da un chiusino che lo preserva dallo sporco o dalla polvere ed è presente il sistema di sicurezza che inibisce l’accensione se si impugna l’accendino a testa in giù. Quest’ultima è una feature assai più utile di quanto si pensa.
In mano questo accendino è saldo, presente: risalta la cura dei dettagli per la quale S.T. Dupont è famosa. È persino stato previsto uno aggancio per assicurare, volendo, un lacciuolo con cui legare l’accendino alla cinta o simili, per evitare di farlo cadere o per maneggiarlo in condizioni difficili. Considerando i materiali, metallo e plastica dura, sono certo avrà una durata financo superiore a quella del Maxijet, con anche un ulteriore vantaggio: appoggiandolo sul tavolino salta decisamente all’occhio. Sarà dunque più difficile scordarselo… forse.