Un abbinamento “inglese” per definizione
L’alta temperatura e l’umidità di Torino di questi giorni ci proietta verso città indiane come Mumbai, solo che le visioni della Trimurti sono sostituite dall’essere tramortiti dal caldo. Ma è proprio in questi casi che in aiuto arrivano le iniziative di uno dei miei club di zona che ci propone un’interessante serata a base di Gin Tonic, con la partecipazione del Brand Ambassador dei prodotti Martin Miller’s Gin.
L’abbinamento previsto è perfettamente consono: Punch Punch di Punch e Gin Tonic.
Sicuramente questo brand di sigari cubani fortemente legato al mercato inglese (almeno all’inizio) ed una bevanda, anch’essa legata molto alle usanze britanniche, ci danno l’occasione di sperimentare la freschezza di questa accoppiata.
Del Gin Tonic e della sua storia legata all’india ed al periodo di colonizzazione inglese sappiamo un po’ tutto, delle sue proprietà medicali antimalariche anche, ma quello che ci interessa di più è la parte che ci compiace e ci rinfranca ovvero bere un cocktail fresco fumando un buon Avana.
Di Punch, invece, possiamo dire qualcosa in più giacché siamo qui proprio per parlare di sigari cubani. La marca viene fondata intorno al 1840 da un imprenditore tedesco di nome Stockman. Pochi anni dopo viene trasferito alla famiglia Corujo nella fabbrica di Calle Gervasio 38 all’Avana. Ci saranno altri passaggi di proprietà fino alla rivoluzione castrista che statalizzerà la marca come tutte le altre. Esistono varie scuole di pensiero in merito all’origine del nome: la confusione nasce dalla possibilità che il nome di questa marca di sigari derivi direttamente da una pubblicazione inglese chiamata proprio Punch, molto popolare nel XIX secolo. Ma dove sta il dubbio? Il fatto è che quella rivista fu fondata nel 1841 e quindi per i sostenitori della creazione della marca di sigari ESATTAMENTE nel 1840 sarebbe una prova che si tratti di una casualità. Per i sostenitori della fondazione di Punch all’Avana “intorno al 1840” invece ci sarebbe una possibile veridicità sull’origine del nome ispirata proprio dalla rivista inglese. È quasi impossibile avere la certezza di chi abbia ragione, ma è chiaro che l’immagine usata dai sigari di Punch è presa proprio dalla copertina della rivista satirica inglese “Punch”. Tuttavia, nonostante tale immagine sia apparsa più volte sulla rivista durante gli anni, la sua pubblicazione più antica risale al 13 febbraio 1892. Non ci è dato sapere come fosse la cubierta, la vista ed il bofeton di questi sigari nei cinquant’anni precedenti. Il personaggio Punch è la versione più grottesca di Pulcinella, personaggio già famoso nell’arte teatrale partenopea. La rivista era caratterizzata da un tono ironico, in stile vittoriano, mai volgare.
Tornando alla marca Punch i primi anni furono contraddistinti da un’alta produzione e altrettanto alto volume di vendita. Fino ai primi anni del 1900 Punch fu tra le cinque marche più famose di sigari cubani al mondo. Dopo la rivoluzione di Castro, complice anche la muffa blu, la produzione si ridusse e la notorietà del marchio diminuì fino a scendere a livelli produttivi quasi di nicchia.
Punch è caratterizzato da sigari di forza media (Territorio de Sabor Medio) ed il sigaro fumato nella serata di cui ho accennato all’inizio ha rispettato questa aspettativa.
Il Punch Punch di Punch (nome cacofonico) è un Corona Gorda che nel vitolario Cubano significa un manufatto con queste misure: 46 x 143. La particolarità di Punch è il legame con questa vitola de galera. Sono molti, infatti, i sigari di Punch che hanno utilizzato questo formato:
Royal Selection N° 11 (non più in produzione dal 2010);
Super Selection N° 2 (non più in produzione dal 2002);
Nectares N° 2 (non più in produzione dagli anni Ottanta);
Seleccion De Luxe N° 1 (non più in produzione dagli anni Ottanta).
Vitola: corona gorda
Lunghezza: 143 mm
Cepo: 46
Diametro: Ø 18,3 mm
Paese di produzione: Cuba
Wrapper/Capa/Fascia: Cuba
Binder/Capote/Sottofascia: Cuba
Filler/Tripa/Ripieno: Cuba
Cod. ADM: 20124
È chiaro il legame tra questa Vitola e la marca Punch che, evidentemente, preferiva questo formato e probabilmente aveva torcedores addestrati a dare il meglio con questi moduli.
Tornando alla degustazione. L’esemplare di Punch Punch da me fumato si è presentato con una capa scura ed un aroma a crudo che richiamava subito sentori di terra bagnata, legno e fieno. La costruzione perfetta con un riempimento impeccabile e la capa ben stesa mi hanno appagato la vista. Il sigaro in questione proveniva da una scatola con un cuño di pochi mesi fa, ma nonostante questo il mio esemplare si è rivelato pronto e perfettamente fumabile.
Purtroppo nella stessa scatola ci sono stati almeno due esemplari con un riempimento inadeguato, “vuoti” per citare le parole dei compagni di fumata. Questo ha reso i loro sigari troppo veloci da fumare e con una carica aromatica inadeguata.
Il mio esemplare, invece, ha sprigionato aromi minerali e terrosi che hanno perfettamente bilanciato la freschezza della bevanda.
L’amarezza tipica del chinino, le note agrumate del Matin Miller’s Gin e la paletta aromatica del sigaro hanno creato un amalgama perfetto al palato ed al naso. Il gusto prevalente del sigaro è stato il salato, legno e terra gli aromi predominanti.
Il sigaro si è mantenuto su un registro di forza medio, dando origine ad alcuni mutamenti aromatici che sono andati di pari passo con i Gin Tonic che via via abbiamo consumato. Abbiamo infatti provato più versioni del Martin Miller’s arrivando ad una versione “estiva” con note erbacee e con sentori freschi di rosmarino.
Si tratta di un abbinamento abbastanza reiterabile in quanto la bevanda è facilmente reperibile e preparabile. Sulla carta anche il sigaro è di facile reperibilità ma in questo strano periodo di shortage potrebbe non esserlo. Con un po’ di pazienza e fortuna potrete trovare qualche Punch Punch di Punch e provare questa perfetta combinazione che definirei “un fresco momento di relax all’inglese”.
Tutti i nostri video, recensioni e approfondimenti del Team La Escepcion sono disponibili su YouTube.
Per approfondire il mondo degli abbinamenti, abbiamo pubblicato un libro dedicato: Bacco e Tabacco.
Foto di Peter Fazekas