S.T. Dupont: chi più spende, meno spende.
La vita di un fumatore è costellata di acquisti più o meno improbabili, ma non mi riferisco ai sigaracci presi tanto per provare, bensì agli accendini.
Curiosamente, per molti di noi i jet-flame a basso costo in vera plastica sono irresistibili. Purtroppo, però, il più delle volte si rivelano alla stregua di semplici usa e getta e sono ricaricabili per modo di dire, oppure smettono di funzionare nel bel mezzo di una fumata senza apparente motivo.
Devo dire che, tutto sommato, non sono mai stato troppo preda di questo tipo di consumismo, connaturato alla passione per il tabacco, ma quello di trovare un accendino perfetto per i toscani è sempre stato un mio pallino.
Il fatto è che io non sono un fumatore da salotto e volendo usare un eufemismo, tendo a essere poco accorto.
Insomma, è facile che gli accendini mi cadano, mi ballino in tasca assieme a chiavi di casa, cellulari, pigini, monete del vecchio conio e roba così… In questo modo, va da sé, ne ho scassati di più io di quanti ne abbiano comprati molti miei amici. Oltretutto, siccome sono ben poco incline al trito ritualismo dell’accensione lenta, amo particolarmente i jet-flame che però sono anche più delicati dei normali accendini a fiamma dolce.
Ne ho provati di tutti i tipi: dai più economici ai più costosi, ma ci ho messo un po’ a decidere di comprarmi un Dupont e il motivo è presto spiegato: ho sempre pensato che il prestigio di questi oggetti fosse semplicemente dovuto alla storia del brand, alla bellezza dell’oggetto, più che a un reale valore aggiunto. E io gli accendini li uso davvero, non mi ci faccio le foto per Instagram…
Sta di fatto che, dopo aver buttato per l’ennesima volta una quarantina di euro di jet-flame di media gamma appena comprato, ho deciso di provare un Dupont e ho scelto un MaxiJet, il più capiente disponibile, in modo da non doverlo ricaricare continuamente.
Quanto al colore, devo confessare di averlo preso nero semplicemente perché nel 2017 era quello proposto al prezzo più basso. Fosse stato rosa shocking per me sarebbe stato lo stesso, sono un praticone.
Quando mi è arrivato ne ho constatato la bellezza, ma che i Dupont fossero belli lo sapevo già.
Ho immediatamente apprezzato la finestrella che mostra il livello del gas: sembra una cosa da nulla, ma è di una comodità estrema! Ho anche scoperto che si caricano con normali boccette di butano, anche se consigliano di usare quelli a zero impurità.
Osservandolo bene e giochicchiandoci un po’, ho compreso che dietro c’è una progettazione seria…
Il pulsante di accensione, per cominciare, occupa tutto un lato, ma la pressione necessaria per innescare la fiamma aumenta man mano che si scende verso la base. In questo modo non lo si può accendere a testa in giù, brasandosi il palmo della mano!
Già, perché può capitare di impugnarlo al contrario quando si è di fretta e senza questo dispositivo di sicurezza sarebbero dolori…
Un’altra cosa che mi ha convinto è la chiusura automatica del foro di uscita della fiamma: in questo modo non vi si depositano polvere e schifezze, e poi così funziona bene anche se c’è un po’ di vento.
Insomma da quando me lo sono ficcato in tasca tre anni fa non l’ho più tolto da lì!
Molti di voi lettori mi hanno incontrato in giro per eventi e alcuni si sono stupiti nel vedermi accendere i toscani col mio Dupont, non so perché. Quello che so è che in questi anni mi si è scassato solo una volta perché ha fatto un brutto volo, ma ‘ho fatto riparare e non mi ha mai dato alcun tipo di problema. Non salta un’accensione, sembra un orologio svizzero, e non mi richiede alcuna particolare attenzione!
È sempre pronto e affidabile, vi pare poco?
Chi più spende meno spende, in questo caso il teorema è confermato. E poi con un Dupont sembro anche un fumatore di classe… forse.