La nascita dei filtri per sigarette risale al 1925, o meglio, il percorso che ha permesso l’industrializzazione dello stesso è addirittura del 1854. In quell’anno a Bratislava, l’attuale capitale della Slovacchia, il signor Moritz Bunzl avviò un’attività nel settore della merceria. Dopo circa trent’anni i suoi tre figli Max, Ludwig e Julius presero le redini dell’azienda e la spostarono a Vienna, questi allargarono la propria produzione entrando nel settore delle cartiere austriache di Ortmann e di Wattens. La produzione della carta si rivelò un ottimo affare e la disponibilità al lancio dei prodotti innovativi fu totale. Nella cartiera di Ortmann nel 1925 entrò a far parte l’inventore ungherese Boris Aivaz il quale aveva brevettato un’idea veramente rivoluzionaria per l’epoca: filtri per sigarette in carta crespata con varianti che comprendevano ovatta a base di cellulosa.
La produzione si avviò nel 1927 grazie alla società consociata Bunzl Filtronic. I primi modelli di filtro però avevano una percentuale bassa di capacità di assorbimento perché le sigarette cui erano destinate avevano dimensioni non adatte a contenerle su misura.
Quando nel 1935 un’azienda britannica mise in produzione un macchinario in grado di realizzare quel tipo di prodotto, per il marchio Bunzl si aprì un nuovo e vasto mercato.
Cinque anni più tardi la produzione si spostò direttamente in Inghilterra.
Negli anni ’50 ci furono le prime ricerche sui danni che il fumo provocava e, confermata la capacità di protezione che il filtro dava alle sigarette, la Bunzl divenne all’epoca il fornitore esclusivo per la Imperial Tabacco e Gallaher.
Fu così che a partire dal decennio successivo la sigaretta con filtro avrebbe conquistato definitivamente il mercato.
Ma quali sono le caratteristiche di questo piccolo filtro? Il filtro ha il compito di trattenere parte del fumo, residui di combustione (detto TAR) e le particelle fini prodotte dalla combustione del tabacco e della carta.
La componente principale del filtro è la cellulosa e viene trattata in modo da avere fibre particolarmente sottili, successivamente vengono compattate e arrotolate in forma cilindrica in modo da essere inseriti alla base della sigaretta.
I filtri più frequenti sono quelli di acetato di cellulosa, di carta, di cotone e di cotone misto a carta; vi sono poi filtri che contengono combinazioni di carbone attivo, carta e acetato di cellulosa o altro materiale filtrante di vario genere.
I primi filtri dell’epoca del boom Bunzl erano in grado di trattenere dal 25 al 40% del catrame, oggi addirittura del 60%, da considerare anche che la produzione di sigarette contemporanee hanno carta più porosa e con minor contenuto di catrame nel trinciato.
Con l’evoluzione della tecnologia ora esistono anche sigarette con filtro ventilato e con sistema “Calibro Smoke Control” che permette al fumatore il controllo del condensato catramoso della combustione del tabacco: con una semplice rotazione del filtro è possibile ridurre il TAR della metà. Sembrerà strano ma il filtro nel primo terzo di fumata non serve! Il miglior filtro ad inizio fumata è il tabacco stesso che è meno carico di sostanze tossiche, spegnere la sigarette prima di superare la metà potrebbe essere una protezione molto efficace.
Attualmente si stanno studiando filtri che permettano di filtrare tutte le sostante maggiormente dannose allo scopo finale di lasciare solo il gusto del fumo, si vorrebbe arrivare ad avere una sigaretta “sicura”… la difficoltà della ricerca è che le sostanze in gioco sono molto diverse nel comportamento tra di loro ed eliminate queste, manca l’aroma della sigaretta.
Per quanto riguarda invece le famose sigarette “light” queste hanno filtri con piccoli pozzi d’aria nel suo interno. L’aria permette di diluire il fumo durante l’aspirazione creando sensazioni di fumate più leggere ma in realtà le sostanze inalate sono le stesse e nella stessa quantità.
Negli ultimi anni siamo arrivati anche al “e-filtro” ovvero un filtro per le sigarette elettroniche, al suo interno l’atomizzatore (il quale, appunto, atomizza il liquido in micro particelle di aerosol) e una parte nella quale è immagazzinata la ricarica in forma liquida, vale a dire la fonte del fumo.
Con l’epoca dei prodotti biodegradabili non poteva mancare anche il filtro che aiuta l’ambiente, sono prodotti da un’azienda negli USA dal 2010. I vecchi filtri impiegavano fino a 15 anni a decomporsi nell’ambiente, per cui è nata la necessità di avere un prodotto che impiegasse meno tempo. Da qui, la proposta di un filtro naturale al 100%, fatto di canapa e cotone incollati con acqua e farina. Sembra che, se piantato sotto un sottile strato di terra, da esso possano germogliare una fresca erbetta verde e persino fiori.
Una bella immagine per le tanto vituperate sigarette.